Con la pubblicazione del decreto direttoriale del Mimit le piccole imprese possono accedere ai 320 milioni di euro per realizzare impianti da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo previsti dal RepowerEu ma i tempi eccessivamente ristretti per la presentazione delle domande rischiano di pregiudicare l’efficacia della misura molto attesa dal sistema produttivo. È quanto rileva CNA dopo la pubblicazione del provvedimento che definisce le procedure per accedere al contributo. Il decreto ha previsto un meccanismo a sportello gestito da Invitalia con una finestra temporale molto stretta per l’invio delle domande: la piattaforma informatica infatti sarà operativa a partire dal prossimo 4 aprile con chiusura dei termini il 5 maggio. Per la valutazione delle richieste, Invitalia avrà 120 giorni.
Si tratta di tempistiche troppo ristrette a fronte della procedura burocratica richiesta per l’accesso al beneficio; tale aspetto rischia di inficiare il potenziale della misura rispetto all’ampia platea di PMI che possono candidarsi alle agevolazioni.
CNA chiede di allungare i tempi per la presentazione delle domande a fine luglio per consentire alle imprese un tempo congruo per la progettazione dell’impianto e la relativa documentazione. L’allungamento dei tempi è perfettamente coerente con il timing della misura che prevede di impegnare i 320 milioni entro la fine del 2025.
Inoltre il decreto direttoriale ripropone alcune criticità già evidenziate nelle prime norme di attuazione di Transizione 5.0. In particolare il rimando al Registro ENEA per le tecnologie fotovoltaiche utilizzabili può rappresentare un elemento di difficoltà per il reperimento delle tecnologie necessarie per l’installazione degli impianti. Sarebbe quindi auspicabile che il Ministero consentisse anche per l’autoproduzione modalità meno rigide.
CNA auspica la rapida definizione di alcuni correttivi a uno strumento importante per ridurre il costo dell’energia e stimolare gli investimenti, evitando di ripetere la scarsa efficacia di Transizione 5.0.