È necessario superare le attuali regole sul payback sanitario e aprire un tavolo di confronto con governo e Regioni, dal momento che il ddl bilancio non prevede risposte adeguate. È la richiesta di CNA, Confartigianato e Casartigiani in una lettera inviata ai ministri Giorgetti e Schillaci e al presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga.
Le tre associazioni denunciano le forti criticità del meccanismo che impone alle imprese fornitrici di dispositivi medici la compartecipazione al ripiano dello sforamento dei tetti di spesa sanitari delle Regioni, per un ammontare complessivo superiore a due miliardi di euro.
Per CNA, Confartigianato e Casartigiani, il payback è “totalmente inaccettabile”, a partire dalla retroattività delle disposizioni che interessano il periodo 2015-2018. L’attuazione, infatti, interviene a sette anni di distanza, quando ormai l’inerzia del decisore politico sembrava confermare l’irragionevolezza dello strumento e il conseguente accantonamento.
Chiamare le imprese aggiudicatarie di gara ad evidenza pubblica a concorrere alle passività dei bilanci regionali rappresenta una “grave lesione dei più elementari principi di certezza del diritto, di affidabilità del sistema degli appalti pubblici e delle libera iniziativa economica”.
Inoltre, è del tutto evidente l’esorbitanza della misura che chiede alle imprese la restituzione di risorse finanziarie a fronte di bilanci approvati e depositati nel pieno rispetto delle regole sulla contabilità aziendale. Senza contare che su tali bilanci sono già stati assolti gli obblighi tributari.
Le ripercussioni del payback hanno un’incidenza più significativa sulla tenuta economico-finanziaria delle piccole imprese, per loro natura maggiormente esposte a condizionamenti esterni.
Per tali ragioni, le Confederazioni, in rappresentanza dei tanti artigiani e piccole imprese che forniscono dispositivi medici, dai distretti biomedicali agli odontotecnici, sollecitano il superamento del payback e l’apertura di un tavolo per individuare le soluzioni adeguate, per scongiurare pesanti ricadute di carattere economico, sociale e occupazionale, ed evitare il concreto rischio di mettere a repentaglio la continuità delle forniture di dispositivi medici dovuta alle oggettive condizioni di incertezza che ostacolano la partecipazione delle imprese alle gare.