“La tanto attesa Strategia Energetica Nazionale non ci convince”. E’ il commento della CNA sui contenuti della proposta presentata ieri alla Camera dai ministri dello Sviluppo Economico Calenda e dell’Ambiente Galletti.
L’Associazione condivide la necessità di rafforzare l’impegno dell’Italia nella transizione verso l’energia pulita, ma “la Strategia proposta – sostiene – non tiene conto in alcun modo delle caratteristiche del sistema economico italiano, perché penalizza le imprese di minore dimensione sia in termini di riduzione del costo della bolletta elettrica sia in relazione alla valorizzazione del ruolo che queste possono svolgere per centrare gli obiettivi climatici entro il 2030. Del resto, la stessa fase di consultazione preliminare degli stakeholders da parte del Ministero dello Sviluppo ha coinvolto soltanto una parte della filiera dell’energia: produttori e grande industria”.
CNA non condivide alcune ipotesi applicative. L’intervento previsto a favore delle imprese energivore (imprese connesse in alta ed altissima tensione), ulteriormente agevolate pur a fronte di altissimi consumi energetici, lascia immutata l’attuale situazione che vede le piccole e medie imprese sopportare il peso maggiore della bolletta. Il carico degli oneri generali di sistema grava sulle piccole e medie imprese per il 35 per cento e la SEN non interviene su questo aspetto.
Con riferimento all’ecobonus, pur valutando positivamente l’ipotesi di stabilizzazione dell’incentivo, non risultano chiari i criteri di una sua eventuale riorganizzazione. Quest’ultima dovrebbe mantenere le caratteristiche di semplicità che hanno reso l’ecobonus una delle misure più efficaci degli ultimi anni. Inoltre, non si condivide l’ottimismo verso i certificati bianchi, strumento che di fatto si è rivolto quasi esclusivamente a interventi di grandi dimensioni, per lo più di tipo industriale, spesso soggetto a speculazioni nel mercato, così da sollevare l’esigenza di una sua generale riorganizzazione. Neanche le nuove linee guida recentemente approvate lasciano sperare in merito ad una maggiore efficacia dello strumento.
La CNA guarda, inoltre, con preoccupazione alla possibilità di estendere ai venditori di energia gli obblighi di efficienza energetica. E’ serio il rischio di allargare la possibilità di intervento di tali soggetti nel campo dei servizi post-contatore, sfruttando il vantaggio competitivo derivante dalla loro posizione dominante, a discapito delle piccole imprese di installazione ed impianti.
Infine, nell’ambito delle rinnovabili, CNA è convinta che debbano essere incentivati i piccoli impianti nell’ottica di sostenere l’autoproduzione, ma la SEN tralascia qualsiasi riferimento agli strumenti che si vogliono mettere in campo per raggiungere tale obiettivo. Tutto ciò mentre deve ancora essere definita l’annunciata riforma degli oneri generali di sistema, i cui criteri di riferimento penalizzeranno in prospettiva proprio i piccoli produttori di energia per lo scambio sul posto.
CNA si augura che la fase di consultazione pubblica che seguirà alla presentazione della SEN possa essere utile a rimuovere le criticità che ancora una volta caratterizzano l’approccio della politica energetica verso le PMI.