Sono i ripetuti restringimenti, i sequestri giudiziari dei viadotti, le carreggiate uniche e la limitazione delle aree di sosta lungo diversi tratti autostradali a costituire i principali problemi da risolvere in Italia se l’obiettivo del decisore politico è quello di affrontare con serietà e pragmatismo il nodo della sicurezza stradale. Benché apprezzabile, infatti, l’intento di inasprire la leva sanzionatoria per coloro che trasgrediscono il Codice della strada non può che rappresentare una subordinata rispetto alla risoluzione delle grandi questioni strutturali.
Questi nodi, infatti, soffocano la mobilità nel nostro Paese e sono spesso causa di sinistri. Ecco perché è necessario valutare con scrupolo l’impatto economico prodotto dall’aggravamento delle sanzioni collegate a condotte punite in via amministrativa. È il caso dello sforamento della durata dei tempi di guida e di riposo da parte degli autotrasportatori, i cui motivi scatenanti vanno rinvenuti in primis nelle pessime condizioni di contesto della circolazione. Nello specifico, preoccupa particolarmente il largo ricorso a sanzioni accessorie. Su tutte, l’ipotesi della sospensione della patente di guida qualora il punteggio attribuito alla patente risulti inferiore a venti punti, dunque anche nel caso di una lievissima decurtazione dovuta a una infrazione di minore rilievo. Una previsione, questa, fortemente pregiudizievole per gli operatori del trasporto, i quali – vale la pena ricordarlo – a differenza dell’utenza ordinaria risentono con sistematicità delle inefficienze del “sistema circolatorio” percorrendo, in media, 9mila km al mese e circa 100mila km l’anno con un impegno di lavoro su strada pari a 2mila ore.
A dichiararlo nel corso dell’audizione di giovedì 9 novembre dinanzi ai componenti la commissione Trasporti della Camera, i rappresentanti di CNA Fita chiamati a commentare i progetti di legge recanti interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del Codice della strada.
A detta di CNA Fita, è tempo di attuare l’archivio nazionale delle strade per una manutenzione programmata dell’assetto viario e un recupero in termini di efficienza della velocità commerciale media del Paese. Per potenziare la sicurezza stradale, servono misure incentivanti e urgenti per il ricambio in chiave green dei veicoli in dotazione alle imprese del trasporto merci e persone, certezza dei tempi nella revisione dei mezzi pesanti, sanzioni efficaci per vincere il fenomeno dell’abusivismo nel trasporto pubblico non di linea e interventi mirati a combattere in maniera strutturale il caro-carburante e il caro-noli marittimi, allo scopo di favorire gli investimenti delle imprese nell’ammodernamento delle proprie flotte.