Il sistema tributario italiano rimane un ginepraio inestricabile e la semplificazione un obiettivo ancora lontano. E’ quanto ha sottolineato la CNA in audizione davanti alla Commissione sull’anagrafe tributaria, indicando che per avviare un vero percorso di semplificazione del sistema occorre partire dalla digitalizzazione e dalla interoperabilità delle banche dati fiscali.
Digitalizzazione e semplificazione non marciano, oggi, di pari passo. La digitalizzazione delle informazioni può offrire un importante contributo soltanto se le informazioni digitalizzate inviate dai contribuenti a tutte le banche dati fiscali non vengono chieste ripetutamente ai contribuenti, come invece troppo spesso avviene, e se i dati caricati nelle diverse banche dati riducono gli adempimenti a carico del contribuente.
Per la CNA, sono obiettivi rilevanti ma ben lontani dall’essere raggiunti. Qualche esempio. Si potevano evitare le complicazioni per la compilazione del quadro degli aiuti di Stato nella dichiarazione per il 2020 per comunicare il risparmio d’imposta relativo all’esonero della tassazione dei contributi a fondo perduto. Così come c’è la possibilità di utilizzare la banca dati del Catasto degli immobili insieme con quella del Ministero dell’Economia e delle Finanze delle aliquote della tassazione Imu e Tasi, per inviare ai contribuenti i bollettini precompilati per il pagamento delle imposte sugli immobili diversi dall’abitazione principale.
Anche per i contributi a fondo perduto potrebbe essere introdotto il riconoscimento automatico da parte dell’Agenzia delle Entrate, senza gravare i contribuenti di ulteriori oneri amministrativi, come la presentazione delle istanze.
La CNA ha sempre sostenuto la necessità di un rafforzamento del processo di integrazione delle banche dati fiscali, ma è fondamentale arrestare la tendenza a ribaltare sui contribuenti l’onere di adempimenti formali propedeutici all’attività di controllo dell’Amministrazione finanziaria.