Ieri pomeriggio CNA ha partecipato all’audizione congiunta delle Commissioni Ambiente e Attività Produttive alla presenza dei Presidenti Ermete Realacci e Guglielmo Epifani, nell’ambito dell’esame dello schema di decreto cosiddetto SCIA 2, attuativo della Riforma Madia.
In occasione dell’audizione CNA, pur esprimendo un apprezzamento di fondo sul percorso di ricognizione dei diversi regimi autorizzatori riferiti alle attività private, ha rilevato alcune criticità da superare per non vanificare lo sforzo di semplificazione e l’impatto sulle imprese. In particolare, la delegazione CNA ha sottolineato la necessità di integrare il novero delle attività sin qui mappate e contenute all’interno di apposite tabelle. L’attuale classificazione risulta, infatti, assolutamente parziale e non comprende attività molto diffuse come ad esempio: l’installazione di impianti e la produzione in tutte le sue declinazioni.
Accanto a tale richiesta, che ha visto un forte interesse da parte dei parlamentari presenti, CNA ha posto l’attenzione sulla necessità di ridurre la discrezionalità concessa a regioni e comuni nel ricondurre autonomamente le attività non presenti negli elenchi ad un determinato regime autorizzatorio. Ciò contrasta apertamente con lo spirito della riforma e rischia di determinare situazioni differenti nei vari territori. Esattamente il contrario di quanto necessario!
Ulteriori osservazioni di merito hanno riguardato le semplificazioni introdotte in materia edilizia e ambientale. Considerata la rilevanza di tali settori la CNA ha poi auspicato che questi interventi di semplificazione vengano inseriti all’interno di un quadro organico di riordino della materia, al fine di conferire maggiore certezza alle imprese.
Da ultimo, la CNA ha sottolineato l’importanza di accompagnare l’opera di ricognizione dei regimi autorizzatori con una stringente attività di monitoraggio sul corretto funzionamento dei SUAP (sportello unico per le attività produttive) e la contemporanea predisposizione della modulistica standard.