Valorizzare il ruolo dell’artigianato e delle piccole imprese per dare nuovo impulso alle eccellenze della produzione enologica e gastronomica italiana. È quanto ha espresso la CNA nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Agricoltura della Camera esprimendo apprezzamento sugli obiettivi della proposta di legge “Disposizioni per la valorizzazione della produzione enologica e gastronomica”. Un “progetto normativo coraggioso” – sottolinea CNA – che punta a mettere a sistema le potenzialità delle tante eccellenze agroalimentari nazionali, attraverso “la definizione e il coordinamento di strategie condivise” per “superare la frammentarietà dell’offerta” e per attrarre investimenti nella filiera.
CNA condivide la volontà del legislatore di istituire il registro delle associazioni nazionali delle città del vino e dell’olio assicurando “la più ampia partecipazione degli operatori dei settori agricoli e della filiera agroalimentare nella pianificazione strategica degli interventi di valorizzazione e di promozione delle produzioni di pregio e di alta rinomanza”. Positiva anche la volontà di costituire presso il ministero per le Politiche agricole del “nucleo di coordinamento” per attività di consultazione e valutazione sugli interventi legislativi”. Al riguardo CNA suggerisce di coinvolgere le associazioni di categoria più rappresentative sul piano nazionale anche nella definizione organizzativa della Giornata delle eccellenze enogastronomiche italiane.
Secondo CNA è quindi fondamentale che la proposta di legge all’esame del Parlamento “riconosca e valorizzi il ruolo dell’artigianato, a partire dai mestieri e dalle produzioni d’eccellenza agroalimentare”, nella convinzione che la tutela dell’artigiano sia un elemento essenziale per assicurare la tenuta del sistema economico dell’Italia e per il consolidamento di un modello di business di assoluto successo nello scenario internazionale.
CNA evidenzia anche un altro elemento per sviluppare e integrare le potenzialità della filiera agroalimentare con quella del turismo. La proposta di legge in discussione, infatti, sembra intercettare le aspettative di un consumatore sostanzialmente diverso dal passato, più informato in tema di benessere e salute e quindi più attento alla qualità e alla sicurezza degli alimenti. D’altro canto, pare corrispondere alle mutate esigenze del turista che, sempre più di frequente, vuole avvicinarsi alle tradizioni italiane e scrutare i tratti identitari, le radici e la cultura delle molteplici comunità territoriali. CNA ritiene necessario, quindi, disciplinare la fattispecie del turismo esperienziale: nell’ambito di tale fenomeno si svolgono professionalmente alcune attività dirette o connesse allo sviluppo di una specifica forma di offerta turistica che mette in relazione la promozione e la valorizzazione della cultura e la tutela del paesaggio, del patrimonio storico, artistico e culinario con un modello di apprendimento basato sull’esperienza personale, sia essa cognitiva o emotiva, legata al territorio e a prodotti identitari.
CNA chiede, infine, che la proposta di legge rappresenti l’occasione per aggiornare le riflessioni politiche sull’export agroalimentare Made in Italy che genera un valore superiore ai 40 miliardi, ben al di sotto – rileva la Confederazione – del suo potenziale.