È stato pubblicato il decreto interministeriale con il quale vengono disciplinate le modalità di svolgimento della prova di idoneità, con valore di esame di Stato abilitante, finalizzata al conseguimento della qualifica di restauratore di beni culturali.
A darne notizia, è CNA Artistico e Tradizionale.
Le prove di idoneità, finalizzate al conseguimento della qualifica di restauratore di beni culturali, sono riservate
– a coloro i quali abbiano acquisito la qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali;
– a coloro i quali, entro il termine e nel rispetto della condizione previsti dall’articolo 182 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, abbiano conseguito la laurea o il diploma accademico di primo livello in restauro delle Accademie di Belle Arti, nonché la laurea specialistica o magistrale, ovvero il diploma accademico di secondo livello in restauro delle Accademie di Belle Arti, corrispondenti ai titoli previsti nella tabella 1 dell’allegato B del Codice dei beni culturali e del paesaggio, attraverso un percorso di studi della durata complessiva di almeno cinque anni.
Il decreto interministeriale stabilisce due distinte prove di idoneità, a seconda dei soggetti che fanno domanda. Tali prove sono indette con decreto del Mibac, di concerto con il Miur, da pubblicare nella serie “Concorsi ed esami” della Gazzetta Ufficiale.
La domanda di partecipazione deve essere presentata entro sessanta giorni dalla pubblicazione del decreto e completa della documentazione richiesta dal bando. Nella domanda, i soggetti interessati dovranno indicare i settori di competenza di interesse, per un massimo di due settori.
Le prove d’esame consistono in una verifica delle competenze teoriche, pratiche e progettuali in materia di lavori di restauro, a seconda dei settori di competenza scelti.
In particolare, si prevedono due prove, una tecnica e una tecnico-pratica. La prima tipologia di soggetti a cui si rivolge il decreto interministeriale dovranno svolgerle entrambe mentre per la seconda tipologia di soggetti è prevista solo la prova tecnico-pratica.
La prova teorica consiste in un test articolato in sessanta quesiti a risposta multipla sulla legislazione dei beni culturali e sulle materie definite dall’allegato B al decreto. La prova teorica sarà proposta dalle Università, dalle Scuole di alta formazione del Mibac e dalle Accademie accreditate.
La prova tecnico-pratica si articola in 12 diversi ambiti di competenza e prevede la progettazione dettagliata, in materiali e metodi, di un intervento di restauro avente ad oggetto un manufatto, un complesso di manufatti o un bene architettonico decorato. Saranno l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, l’Opificio delle Pietre Dure e l’Istituto centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario a definire la traccia dell’elaborato.