A proposito del saldo anagrafico delle imprese artigiane registrato a fine 2013, il presidente nazionale della CNA, Daniele Vaccarino, parla di “disastro”. “Difficile dargli torto. L’emorragia delle attività sembra inarrestabile”, confermano, leggendo i dati diffusi da Unioncamere sulla base di Movimprese, Angelo Pieri e Luigia Melaragni, rispettivamente presidente e segretaria della CNA Associazione di Viterbo e Civitavecchia.
Come l’anno precedente, il 2013 si è chiuso, per l’artigianato della Tuscia, con il segno meno: a fronte delle 614 aziende nate, 753 hanno chiuso i battenti. Il saldo negativo è dunque di 139 unità. E il tasso di crescita pari a -1,71 per cento (la media nazionale si attesta su un -1,94 per cento). Con brutti numeri un po’ in tutti i settori, in particolare nell’edilizia, nel manifatturiero e nei trasporti, mentre il quadro è meno fosco per i servizi.
Prosegue così la decimazione delle aziende artigiane: si è passati dalle 8.465 registrate del 2007 alle 8.142 del 2012, fino alle 7.995 di oggi.
“Condividiamo l’allarme lanciato dalla CNA nazionale. Bisogna invertire a tutti i costi la rotta, abbandonando una politica fatta solo di tagli e tasse. Se non si investe e non si rilanciano gli investimenti, si rischia di portare alla distruzione il sistema produttivo e si condanna all’indebolimento progressivo il Paese. Ma anche le istituzioni locali -affermano Pieri e Melaragni- sono chiamate a cooperare per sostenere il mondo imprenditoriale. Nella provincia di Viterbo, non è solo l’artigianato a soffrire. Il tasso di crescita del complesso delle imprese, infatti, è negativo: -0,45 per cento (-0,21 è la media nazionale)”.
Per sollecitare una svolta nella politica economica, il 18 febbraio la CNA parteciperà, con i propri imprenditori, alla manifestazione nazionale promossa a Roma da Rete Imprese Italia.