“La situazione è drammatica, si sa. Ma bisognerebbe anche capirlo e agire: la politica non può più nascondersi dietro le parole, perché se gli artigiani hanno deciso di scendere di nuovo in piazza dopo ben 22 anni significa che si è arrivati a un punto di non ritorno”. Angelo Pieri e Luigia Melaragni, presidente e segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, insieme ad altri dirigenti, ieri hanno partecipato a Roma alla direzione della CNA del Lazio, convocata in preparazione della manifestazione nazionale indetta per il 18 febbraio da Rete Imprese Italia nella Capitale.
Pieri e Melaragni, a margine della riunione, hanno potuto confrontarsi anche con il neopresidente nazionale, Daniele Vaccarino. “Un altro 2013 non lo reggiamo”, dicono gli imprenditori. “La scelta di dare vita ad una grande mobilitazione nazionale – affermano presidente e segretaria – è dettata da una situazione di disagio ormai insopportabile, definita da qualcuno umiliante per chi lavora sodo, spesso anche dalla disperazione. Nell’anno appena trascorso abbiamo registrato un peggioramento delle condizioni di lavoro”.
Gli ultimi dati Eurispes confermano una tendenza generale molto negativa: un terzo degli italiani soffre gravi difficoltà economiche, quasi il 90% ritiene che in un anno la situazione sia peggiorata. Dopo 22 anni quindi si torna in piazza. Stavolta – e per la prima volta – insieme ai commercianti, al motto “Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro”. A questo però va aggiunto un messaggio forte alla politica: “Bisogna capire – continuano Pieri e Melaragni – che l’Italia si tira su solo se la piccola impresa si prende quel ruolo che finora le è stato riconosciuto solo a parole”.
L’impresa, come dice lo slogan del 18, vuole riprendersi il futuro. Ma anche alle associazioni di rappresentanza va riconosciuto un ruolo che il governo sembra ignorare. Il segretario generale della CNA, Sergio Silvestrini, in questi giorni lo ha detto senza girarci intorno: “La politica ha i suoi tempi, tutto però ha un limite. E quel limite è stato oltrepassato. Siamo la parte trainante dell’economia, ma il governo in otto mesi non ci ha mai convocato. Porteremo in piazza la forza, il coraggio e anche la disperazione di decine di migliaia di imprenditori, in rappresentanza di 4 milioni di imprese”.
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