Si punta tutto sull’arancione. La zona rossa ha colpito duramente le attività del settore agroalimentare. In ogni caso, c’è rosso e rosso: se quello dello scorso anno era stato scuro, anzi scurissimo, quest’anno la sfumatura è meno accentuata. E la speranza si accende con l’allentamento delle restrizioni. “Il nostro auspicio, e invito a tutti, è che la qualità del prodotto artigiano del territorio venga premiata. Si punta a un colpo di coda negli ultimissimi giorni che precedono la Pasqua per risollevare una situazione non catastrofica come quando era comparso il virus, ma pur sempre ancora oggi non proprio idilliaca”: ne è convinta Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
Pasticcerie, forni, settore dei salumi e dei formaggi: l’intero comparto agroalimentare conta in una ripresa delle vendite last minute. Mentre restano un faro la creatività e la passione degli artigiani, per dare una spinta in più c’è chi ha fatto uno sforzo ulteriore e si è organizzato anche con l’e-commerce e con le consegne a domicilio.
L’uovo di Pasqua con tutte le sue varianti resta un punto di riferimento. Come stanno andando le diverse attività? Ci sono luci e ombre. Si soffre ma si combatte. La zona rossa dello scorso anno si era portata via fino all’80 per cento dei ricavi, stavolta il quadro non è invece così drammatico. Ogni impresa fa storia a sé, con punte più alte e altre più basse, in generale però in questi giorni si viaggia intorno al 60 per cento pre-pandemia.
“Molto meglio, dunque, se il raffronto è rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, non bene però se si allarga il discorso. Perché, proprio mentre si stava rialzando la testa, le ultime due settimane hanno inflitto un nuovo colpo. I nostri artigiani, piccole e piccolissime imprese, stanno lavorando sodo per rendere migliore la Pasqua. L’arrivo della zona arancione può essere uno stimolo: l’auspicio della CNA – conclude Melaragni – è che questo lavoro venga riconosciuto e premiato”.