L’artigianato tiene botta. Secondo i dati Movimprese, nel 2024 il saldo è stato lievemente negativo: appena 3 unità. “Questo grazie all’ottimo andamento del settore benessere e sanità, mentre il venir meno degli incentivi ha fatto registrare alle costruzioni, e a cascata a tutto l’indotto, una performance non positiva”, commenta Attilio Lupidi, segretario della Cna di Viterbo e Civitavecchia.

Ecco cosa dicono i numeri. A livello generale, nel 2024 le imprese registrate sono state 36.732, 32.418 le attive, 1.885 le nuove iscrizioni e 1.731 le cessazioni, per un saldo che resta in attivo di 154.

Guardando invece solo all’artigianato, nell’anno da poco concluso le imprese registrate sono state 7.182 e 7.128 le attive. Le iscrizioni si sono fermate a 441, le cessazioni a 444, facendo pendere leggerissimamente l’ago della bilancia verso il segno meno.

Nel saldo tra iscrizioni e cessazioni, l’artigianato prima del 2024 era invece andato così. Partendo dal 2019, -35 (533 aperture contro 568 chiusure), nel 2020 era invece partita la scia con il segno positivo: +17 (488 a 471). Ancora meglio era andata nel 2021, con un +166 (576 a 410), mentre il 2022 si era attestato a +13 (475 a 462) e il 2023, infine, a +28 (488 a 460).

“Stiamo registrando un trend che va confermandosi – dice Lupidi – ovvero salgono le imprese del settore benessere, mentre va male invece quello della manifattura, che continua a perdere in maniera pesante anche nel 2024”.

Capitolo a parte meritano le costruzioni. “Dopo l’inversione sul superbonus, e l’affievolirsi dei cantieri Pnrr, anche qui arriva un segno negativo, seppur leggero: meno 4. Arriva dunque la conferma di ciò che era facilmente ipotizzabile: venendo meno gli incentivi e le possibilità di crescita, anche le costruzioni sono in calo. E con queste c’è pure tutto l’indotto ad andare in sofferenza”.

Per la prima volta, dagli anni del Covid, registra un leggero segno meno il food, per 2 unità. “Tirando le somme, l’artigianato tiene – conclude Lupidi – considerato che siamo a un sostanziale pareggio tra iscrizioni e cessazioni. Ma tiene soprattutto grazie all’ottimo andamento del settore benessere e sanità. Infine, da rilevare il continuo venir meno delle imprese individuali, a favore delle società di capitali”.