“L’aumento della pressione fiscale locale costituirebbe il colpo fatale per le nostre imprese. Invitiamo il Comune a confrontarsi con le associazioni di rappresentanza del mondo economico, per concertare le misure da adottare in merito all’Imu e alla Tares. Non vogliamo brutte sorprese”. A lanciare l’appello agli amministratori, è Roberto Mignanti, presidente della CNA di Ladispoli.
A proposito dell’Imu, Mignanti ricorda che sul tavolo del governo c’è già la proposta della CNA per una progressiva esclusione degli immobili strumentali delle imprese da questa imposta e che tutte le realtà rappresentate da Rete Imprese Italia, CNA inclusa, hanno chiesto al premier di disporre, intanto, proprio per gli immobili strumentali delle imprese, compresi alberghi e negozi, la sospensione dell’imminente versamento della prima rata dell’Imu, analogamente a quanto previsto per l’abitazione principale e le relative pertinenze.
Quanto alla Tares, secondo la CNA, occorre subordinare l’entrata in vigore del nuovo tributo alla presenza dei costi standard, che forniscono maggiori garanzie sul miglioramento dell’efficienza dei Comuni. Quindi è necessario utilizzare, per la definizione della tassa, i criteri già applicati dagli Enti Locali per definire la precedente tariffa (Tarsu). Va altresì eliminato l’incremento del prelievo posto a copertura dei costi indivisibili e va introdotto l’obbligo, per i Comuni, di inviare ai contribuenti i modelli di versamento precompilati.
“Allo stato attuale, resta il rischio dell’incremento di prelievo sulle imprese nel caso dell’Imu. Se a questo aggiungiamo il debutto del nuovo tributo sui rifiuti e sui servizi, si capisce che non possiamo restare tranquilli. Il nostro sistema economico non riuscirebbe a sostenere altre stangate. Ci auguriamo -conclude Mignanti- che le amministrazioni locali ne abbiano piena consapevolezza”.