Bisogna aspettare ancora un po’ per conoscere l’effetto reale del Covid-19 sulla nati-mortalità delle imprese. Intanto è arrivata l’analisi trimestrale condotta da Unioncamere e Infocamere sui dati del Registro Imprese delle Camere di Commercio, che evidenzia un deciso, e del resto previsto, rallentamento del sistema economico: a livello nazionale, tra aprile e giugno il saldo tra nuove iscrizioni e cancellazioni è positivo, ma le aperture sono state il 37 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Da notare il contributo dell’artigianato: circa un terzo delle nuove imprese appartengono a questo comparto, che nel Lazio registra la performance migliore, con un tasso di crescita dell’1,33 per cento (+0,34 lo scorso anno) e il saldo più elevato (+1.257 imprese tra iscrizioni e cessazioni).
Anche nella Tuscia la componente artigiana ha un peso significativo nel bilancio. Dice Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia: “Sul totale delle nuove imprese iscritte, 372, quelle artigiane sono 138, più di un terzo (erano 144 nel secondo trimestre 2019, a fronte di ben 130 cancellazioni). Il saldo di 75 unità, grazie alla diminuzione delle cancellazioni, in tutto 63, fa raggiungere all’artigianato un tasso di crescita dell’1,06 per cento, superiore alla media nazionale, che è dello 0,50, e alla media provinciale del complesso delle imprese, pari allo 0,46 per cento. Anche nel caso del totale delle attività siamo oltre il tasso di crescita nazionale, dello 0,33 per cento. Però bisogna tenere conto del fatto che anche qui la riduzione delle aperture (dalle 531 di un anno fa) è stata sensibile. Insomma, resta l’affanno”.
“Non c’è alcun dubbio che va riconosciuto il coraggio di chi, nonostante la situazione di grande sofferenza per molti settori della nostra economia, ha scelto di investire in una impresa, di non abbandonare progetti preparati magari prima dell’esplosione della pandemia – osserva la segretaria della CNA -. Questi neoimprenditori così come coloro che hanno resistito, e stanno resistendo, devono essere sostenuti con una forte accelerazione di tutti gli interventi annunciati, senza perdere tempo, mettendo al centro delle decisioni proprio il valore economico e sociale dell’artigianato e della piccola impresa”.
“C’è comunque bisogno – conclude Melaragni – di un approfondimento dei dati e di monitorare, già in queste settimane, l’andamento delle
cessazioni, anche in considerazione della sospensione dei procedimenti in Camera di Commercio nel lockdown fino a maggio. Non dimentichiamo poi che il primo trimestre del 2020 è stato per l’artigianato, nella Tuscia, tra i peggiori degli ultimi anni, con un saldo negativo, tra iscrizioni e cancellazioni, di ben 109 unità e un tasso di crescita pari a -1,51 per cento”.