Si interrompe la serie negativa per l’artigianato della Tuscia. Nel secondo trimestre del 2016 è riapparso il segno più: le nuove iscrizioni, 150, hanno superato le cessazioni, fermatesi a 138. Nello stesso periodo dello scorso anno, le aperture di attività erano state 121 e le cancellazioni dall’Albo 146.
“Ma questi numeri non sono sufficienti per parlare di ripresa nel comparto”, osserva Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, leggendo i dati diffusi da Unioncamere relativamente alla nati-mortalità delle imprese. Perché il saldo positivo è di appena 12 unità, cosicché il primo semestre registra comunque una perdita di 30 imprese (dopo un 2015 decisamente negativo). E perché lo stato di salute del sistema produttivo del territorio non è dei migliori. Nella graduatoria provinciale per tassi di crescita trimestrali del complesso delle imprese, Viterbo è infatti scivolata agli ultimi posti: è quartultima, con un tasso dello 0,27 per cento (671 iscrizioni contro 570 cancellazioni), mentre la media nazionale è dello 0,63 per cento e quella regionale dello 0,79.
“Il segno più risulta ancora troppo debole. E’ comunque da cogliere positivamente e appare in linea con il dato nazionale, che fa registrare nell’artigianato, nel secondo trimestre, relativamente alle cessazioni, il valore più basso degli ultimi 14 anni”, conclude Melaragni.