“La manovra di Bilancio per il 2018 porta in dote agli artigiani e alle piccole imprese molte conferme attese, relative al sostegno degli investimenti, ma non affronta il nodo cruciale della elevata pressione fiscale sulle imprese.
Esprimiamo soddisfazione per aver ottenuto la riconferma delle agevolazioni per gli investimenti collegati al piano Impresa 4.0, del bonus per le ristrutturazioni e gli interventi di efficienza energetica e per il fatto che sia stato reso strutturale lo sgravio contributivo per i giovani assunti con contratto a tempo indeterminato. Non possiamo invece accettare che il capitolo fiscale si esaurisca con la sterilizzazione del previsto aumento dell’IVA.
Proviamo grande rammarico per la clamorosa retromarcia su due misure introdotte lo scorso anno a favore delle piccole imprese: il differimento dell’entrata in vigore dell’IRI, che sottrae 2 miliardi di alleggerimento della pressione fiscale, e la mancata previsione del riporto delle perdite nel regime per cassa, che lo rende di fatto inutilizzabile. Nonostante la legge, le piccole imprese continueranno a pagare tasse su redditi non incassati.
Colpisce negativamente anche la modalità con cui è stata gestita, durante l’esame in Parlamento, la regolamentazione del contratto a tempo determinato, dove si è rischiato addirittura di rimetterlo in discussione. Si è finito per disperdere in mille rivoli le risorse disponibili, seguendo una prassi che pensavamo superata, anziché concentrarle verso poche ma qualificate misure per il reale sviluppo del Paese. Ci riferiamo in primo luogo alla deducibilità dell’IMU su capannoni, laboratori e negozi beni strumentali all’attività delle imprese. Una battaglia di civiltà fiscale che continueremo a sostenere con determinazione nella prossima legislatura”. Lo si legge in comunicato della CNA.