Tra giugno e luglio, su nove weekend nel Bel Paese solo in due non ha piovuto. Nelle giornate infrasettimanali? Temperature più da basso autunno che estive. E nel Lazio la situazione non è stata affatto migliore. “In riva al mare alla crisi ora si aggiunge anche questo: aspettiamo la chiusura della stagione per confrontarci con gli operatori e valutare eventuali azioni, ma qualcosa va fatto subito”: la segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, Luigia Melaragni, per l’immediato punta a una rivisitazione degli studi di settore e della Tari, in modo da tener conto dell’ondata eccezionale di maltempo che ha messo in ginocchio gli stabilimenti.
Le due proposte sono state avanzate a livello nazionale da CNA Balneatori, alla luce di una situazione che può essere ben inquadrata attraverso i numeri. Dei nove weekend di giugno e luglio, solo due si sono salvati dall’acqua mentre le temperature, bassissime per il periodo, hanno fatto scappare i turisti dalle spiagge.
In queste condizioni vanno sottolineate le ricadute negative, pesantissime: complessivamente si sono registrati minori incassi per 450 milioni di euro nelle 30 mila imprese balneari presenti in Italia, gli investimenti strutturali erano già fermi a causa del mancato rinnovo delle concessioni, adesso rischiano di bloccarsi anche quelli ordinari per i mancati introiti a seguito del maltempo. Su 300 mila addetti, questa stagione ha fatto segnare una diminuzione drastica: meno 45 mila. Considerato che i comuni balneari sono 600, va da sé che il danno non è solo per chi gestisce gli stabilimenti, ma colpisce dritto il Pil dell’Italia.
“Alla luce di questi dati – dice Melaragni – non è possibile pensare di lasciare le cose come stanno. CNA Balneatori a livello nazionale ha avanzato due proposte di buon senso, che rilanciamo per il nostro territorio, visto che anche il Lazio risulta particolarmente colpito”. Una è rivolta al So.Se, società di studi per la revisione degli studi di settore partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Banca d’Italia. “Nello studio di settore – continua la segretaria della CNA – occorre inserire una specifica voce sul maltempo eccezionale registrato questa estate”.
Lo stesso vale per la Tari. E qui l’idea è lanciata all’Anci. “E’ indispensabile tenere conto dei giorni in cui in spiaggia non si è visto nessuno e quindi di rifiuti, come dei turisti, non c’è stata neanche l’ombra. Aspettiamo la chiusura della stagione per confrontarci con gli operatori – conclude Melaragni – intanto però queste soluzioni possono dare una boccata d’ossigeno a un settore colpito come tutti prima dalla crisi, qui anche dal maltempo”.