“No a stravolgimenti della missione del Fondo centrale di garanzia per le Pmi che snaturano la sua funzione di sostegno alle imprese di minore dimensione, quelle che oggi incontrano maggiori ed evidenti difficoltà ad ottenere credito dalle banche. L’ultimo tentativo, in ordine di tempo, è avvenuto ieri, con un emendamento alla Legge di stabilità approvato dalla Commissione Bilancio del Senato, che apre il Fondo a portafogli di operazioni per imprese fino a 499 addetti. L’emendamento non solo è in contrasto con la definizione europea di Pmi, ma mischia nello stesso strumento realtà imprenditoriali profondamente diverse che devono essere invece sostenute da interventi altamente specializzati”.
L’allarme arriva da Rete Imprese Italia, che sottolinea: “Con l’emendamento approvato ieri, il Fondo di garanzia rischia di trasformarsi in uno strumento che consente alle banche di scaricare gran parte del rischio derivante dalle operazioni a favore di grandi imprese che non hanno certo bisogno della garanzia pubblica per ottenere credito, sprecando così risorse pubbliche. E tutto ciò a danno delle imprese di minori dimensioni”.
“Non è questa – avverte Rete Imprese Italia – la natura del Fondo di garanzia. Ci auguriamo un ripensamento finale per preservare la funzione del Fondo, strumento che in questi anni ha mostrato una preziosa funzione anticiclica a sostegno dell’economia reale”.