Prorogare da subito, almeno fino al 2023, il Superbonus 110%, estenderlo agli immobili strumentali all’attività d’impresa, semplificare e snellire norme e procedure. Sono alcune delle priorità presentate dalla CNA nel corso di un incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, e alcuni esponenti delle forze parlamentari: priorità da recepire nella Legge di Bilancio per favorire il reale decollo di una misura che la Confederazione considera strategica.
CNA infatti è tra i primi e più convinti sostenitori del Superbonus per la riqualificazione energetica degli edifici e per gli interventi antisismici. L’incentivo, tra l’altro, rientra a pieno titolo tra i progetti che possono beneficiare delle risorse stanziate in ambito comunitario con il Next Generation EU.
Il Superbonus consente di centrare un duplice obiettivo: riattivare la filiera delle costruzioni, con rilevanti effetti positivi sulla crescita economica, e accelerare il percorso per rispettare i target sulla transizione energetica.
Le proposte della CNA sono il risultato di una approfondita analisi della disciplina del Superbonus e di una indagine realizzata dalla Confederazione presso le imprese, che ha fatto emergere criticità e complessità normative e interpretative.
Le proposte della CNA si articolano su sei punti qualificanti, a partire dalla proroga al 2023, prevedendo una estensione allineata alla durata del Next Generation EU, per dare un decisivo impulso alla ripresa economica.
CNA chiede altresì una semplificazione e razionalizzazione della documentazione richiesta, partendo dal principio che la Pubblica Amministrazione non chieda atti e documenti di cui è già in possesso.
Un ulteriore stimolo sarebbe l’estensione della misura agli immobili strumentali, finora ingiustificatamente esclusi. Le altre proposte riguardano l’incremento di 10 punti percentuali dell’aliquota di detrazione nel caso di sconto in fattura o cessione del credito per gli altri interventi incentivati che non rientrano nel Superbonus 110%. Per stimolare i bonus minori, si può prevedere la facoltà di ripartire la detrazione su 5 anni invece dei 10 anni attualmente previsti. Infine, occorre agevolare e velocizzare la regolarizzazione delle pratiche per le piccole difformità urbanistiche.