img_20200925_085739Palla lunga e pedalare. Un’espressione che sarà pure nata dal calcio, ma qui è stata applicata alla lettera. Perché si parla di una vita sulla bici. La passione infatti è iniziata nel 1956, è diventata lavoro nel 1974 e poi è passata ai figli. Da allora sono trascorsi 46 anni, ma nonostante la storia sia lunga, il Laboratorio Cicli Tomi va ancora fortissimo, in fuga in piedi sui pedali.

All’inizio fu Serafino, poi i figli. “Mio padre – dice il più grande, Sandro – è in mezzo alle biciclette dal ’56. Ha avuto sempre l’idea di aprire un negozio per farle su misura, costruendo i telai. Un paio di anni è andato anche a Milano per imparare e nel ’74 ha dato il via alla sua attività. Che ora è arrivata a 46 anni”.

I Tomi sono cinque fratelli, adesso di quanto iniziato dal padre si occupano tre di loro. “Oltre a me – continua – lavora nell’azienda di via Fontecedro anche Giuseppe. Tommaso sta invece nell’altro negozio sulla Teverina. Abbiamo costruito i telai fino al ’98, esportando anche negli Usa, nel Colorado. Tra vendita e riparazioni, siamo forti sul mercato”.

Il Covid, paradossalmente, al contrario di altri settori ha fatto registrare un’impennata alle due ruote. “Quest’anno per le biciclette è andata molto bene – spiega Sandro Tomi – non lo avremmo mai pensato. Infatti a un certo punto sono anche mancate: tuttora arrivano con il contagocce, perché le fabbriche per due mesi non hanno prodotto, neanche gli accessori. Cosa va di più? Quelle elettriche, da passeggio, con la pedalata assistita, le mountain bike. Anche da corsa, ma un po’ meno. In palestra non si poteva andare, forse stando due mesi chiusi dopo hanno preferito la bicicletta”. Un incremento non di poco, perché “rispetto alla stagione scorsa siamo a quasi il doppio. Eravamo pieni di bici, a fine febbraio non sapevamo come sarebbe andata, invece non ci possiamo proprio lamentare. Abbiamo il nostro sito, ci conoscono: lavoriamo anche con Roma, Napoli, la Toscana”.

Sandro ha 55 anni, quando ha cominciato ne aveva 9. Come è cambiato il mestiere da allora? “Di artigiani come noi ce n’erano tanti in Italia. Ora di artigianato vero è rimasto poco, solo le riparazioni”. Prospettive per il settore sul territorio? “Da una decina di anni va bene – conclude – c’è gente che ha scoperto la bici da grande: è uno sport bello”. Insomma, c’è ancora molto da pedalare. E allora ancora palla lunga.

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