È possibile sviluppare un enorme parco fotovoltaico diffuso senza consumare suolo, senza impattare negativamente sul paesaggio e con tempi relativamente brevi, e comunque in linea con il timing del Pnrr, considerato che l’Italia sta accumulando un considerevole ritardo rispetto all’obiettivo di 7-8 GW di nuova potenza da rinnovabili su base annua. Come? Incentivando l’installazione di piccoli impianti fotovoltaici (da 12 a 200 KW) sul tetto dei capannoni delle piccole imprese. È la proposta presentata da CNA alla Cabina di regia a Palazzo Chigi sul RepowerEU.
La Confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa pensa all’introduzione di un credito d’imposta fino al 50%, eventualmente da modulare sulla dimensione dell’impianto, con modalità di funzionamento analoghe a quelle di Industria 4.0. Tale misura su base triennale sarebbe sfruttata da almeno 200mila imprese, è il calcolo dell’Ufficio Studi, con un costo modulabile fino a 2,5 miliardi.
I piccoli impianti fotovoltaici sono, oggi, quasi 140mila, per una potenza installata di 6 GW. La proposta di CNA stima che nel triennio possa essere installata nuova capacità per 8,7 GW, pari a circa un terzo dell’energia prodotta ogni anno con il fotovoltaico. Tali impianti consentirebbero, su base annua, un taglio al consumo di gas pari a 1 miliardo di metri cubi e la riduzione delle emissioni di CO2 di 3,6 milioni.
Sugli incentivi alle piccole imprese per l’autoproduzione di energia, CNA insiste ormai da tempo. “È importante che la richiesta sia ora all’attenzione anche della Cabina di regia sul RepowerEU. I benefici sarebbero molteplici”, osservano alla CNA di Viterbo e Civitavecchia.
Grazie agli interventi realizzabili con il credito d’imposta, le piccole imprese, che oggi scontano un gap pari al 30% rispetto ai concorrenti tedeschi, potrebbero infatti beneficiare di una riduzione strutturale del costo dell’energia (fino al 60%), migliorando la competitività. Contemporaneamente, l’Italia potrebbe accelerare in modo rilevante il raggiungimento degli obiettivi sulla transizione energetica, rendendo artigiani e piccole imprese protagonisti di una trasformazione epocale.