Piccole imprese poco innovative? Palla al piede del sistema produttivo italiano? Luoghi comuni, sconfessati da un’indagine condotta per scoprire strategie e modelli di innovazione da CNA e Fondazione Cotec su un campione rappresentativo di micro e piccole imprese, che nel complesso in Italia sono circa 4,3 milioni. La ricerca è stata presentata oggi in occasione di “CNA è Innovazione – La rete dei DIH della CNA” nella sede nazionale della CNA a Roma.
Nel corso dell’iniziativa è stato presentato il progetto CNA hub 4.0, il network territoriale coordinato dalla Confederazione di Digital innovation hub, i centri previsti dal piano Calenda per creare un ponte tra impresa, ricerca e finanza.
L’indagine rivela che tra il 2014 e il 2016 le imprese innovative sono state circa il 42% del campione, con punte di eccellenza tra quante forniscono servizi alle imprese (52,7%) e nelle imprese con oltre dieci dipendenti (50,4%). Performance raggiunte nonostante l’assenza o quasi di collaborazione tra imprese da una parte, centri di ricerca pubblici e università dall’altra. Una collaborazione addirittura nulla nel Mezzogiorno. Dalla indagine risulta che, nel triennio, ha introdotto innovazioni di processo il 37,5% delle imprese con picchi del 48% nel manifatturiero e del 56,3% nelle attività con oltre dieci addetti.
Il 79,9% delle imprese innovatrici ha agito sui processi di produzione. Relativamente alle modalità il 55,7% delle imprese ha realizzato le innovazioni al proprio interno, il 41,8% in associazione con altre imprese e solo il 2,5% in collaborazione con enti pubblici di ricerca oppure università. Il miglioramento della qualità dei prodotti e l’incremento della capacità di produzione rappresentano gli obiettivi principali delle imprese innovatrici.
Tocca il 47,1% la quota di imprese che nel triennio 2014/2016 ha introdotto innovazioni organizzative o di marketing, con punte del 51,1% nei servizi alle imprese e del 69,7% nelle imprese con oltre dieci addetti. Le nuove tecniche di commercializzazione/marketing e le nuove modalità di organizzazione del lavoro sono i target dei processi imprenditoriali.
L’acquisto/leasing di macchinari, attrezzature e software primeggia nella tipologia d’investimenti (probabilmente trainato dalla Sabatini Bis), con picchi nel settore manifatturiero. Il 30% delle imprese già impegnate nella trasformazione in chiave 4.0 è innovativo.
Le imprese innovatrici, purtroppo, in sostanza non hanno ricevuto nessuna forma di aiuto pubblico. Solo il 12,6% dichiara il contrario con picchi del 17,6% nel settore manifatturiero, del 27,8% tra le imprese con oltre dieci dipendenti e del 16,3% nel Mezzogiorno.
Due i limiti veri segnalati dalle imprese nell’attività di innovazione tecnologica: l’assenza di agevolazioni e la carenza di mezzi finanziari.
“Siamo il paese delle pmi, bisogna farsene una ragione” ha detto il presidente nazionale della CNA, Daniele Vaccarino. “Se l’Italia è il secondo Paese manifatturiero d’Europa è anche merito di questo modello. Servono, allora, strumenti concreti adatti al modello di cui disponiamo. Si deve cercare di collegare fattivamente mondo della ricerca e mondo delle imprese” ha concluso.