“La Tuscia Viterbese ha un patrimonio di 3.199 imprese under 35. Ma se nel 2011 erano l’11,6 per cento del totale, ora sono solo l’8,4. Significa che in dieci anni il nostro territorio ha perso il 3,2: investire sui nostri ragazzi significa investire sul futuro”. Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, analizza i numeri che emergono dall’indagine Unioncamere-InfoCamere sulla nati-mortalità delle imprese.
I dati dicono anche altre cose: la pandemia ha messo del suo sulla diminuita voglia dei giovani di provarci. Se si fa un confronto tra il 2020 e il 2019, infatti, in Italia si sono perse 18.900 nuove imprese under 35, il 18 per cento. Nel resto del Lazio, in percentuale, sono quasi ovunque più che nella Tuscia Viterbese, tranne che nella Capitale. Roma è passata infatti dal 9,7 del totale del 2011 all’8,1 attuale, Rieti dal 12,5 al 10,4, Frosinone dal 14,1 al 10,4, Latina dal 12,7 al 10,4.
“Una situazione difficile – dice Melaragni – aggravata dal coronavirus. Ma c’è un elemento positivo su cui ragionare e intervenire: le aspettative di recupero sono buone”. Il 68 per cento delle imprese under 35 manifatturiere crede infatti che i livelli produttivi pre-Covid torneranno entro il 2022, contro il 60 delle altre imprese. La percentuale però sale al 75 tra i giovani imprenditori che hanno investito nel digitale. “Questo – commenta Melaragni – significa che bisogna spingere forte sulle nuove tecnologie, su Industria 4.0. Chi lo ha fatto, ora vede un futuro più roseo. Se vogliamo che i ragazzi entrino nel mercato e siano competitivi, questa è una delle chiavi su cui fare leva”.
Insieme a questa, secondo la CNA vanno battute anche altre strade. “Facilitare l’accesso al credito è una di quelle di importanza primaria – continua – insieme a una serie di incentivi mirati finalizzati all’avvio d’impresa. Questi fattori, meglio ancora se uniti a una rivoluzione verde, possono essere un grande stimolo per chi vorrebbe aprire un’azienda ma al momento non vede le condizioni per farlo”.
Complessivamente, nell’ultimo decennio sono state perse 156 mila imprese giovanili, il calo è stato del 22,4. Se dunque nel 2011 un’impresa su 10 era under 35, adesso è dell’8,9 per cento.