grafico frecceLuglio, agosto e settembre 2017: le imprese tornano a crescere. E questa è la buona notizia. Ce n’è però anche una cattiva: per l’artigianato prosegue la serie negativa. E’ quanto emerge dai dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel terzo trimestre dell’anno, elaborati da Unioncamere e InfoCamere.

Il terzo trimestre dell’anno fa registrare un lieve miglioramento rispetto al 2016. Tra luglio e settembre di quest’anno si sono iscritte ai registri camerali 67.689 imprese e sono cessate 49.690, per un saldo positivo pari a 17.999 attività (circa 2mila in più rispetto allo stesso periodo del 2016).

Il recupero, tuttavia, non è bastato a compensare la più ridotta dinamica di inizio anno, il bilancio gennaio-settembre si ferma dunque a 37.897 imprese in più, contro le 41.597 dei primi nove mesi del 2016 e le 48.031 del 2015. A dare segni di netto miglioramento è però il Mezzogiorno che, unica area del Paese, nei passati nove mesi migliora il risultato del 2016, realizzando un saldo di +21.082 imprese, oltre 2.200 in più dell’anno precedente.

Guardando ai settori, dall’inizio dell’anno la progressione più sensibile in termini assoluti la fanno registrare le attività di alloggio e ristorazione (+9.295 imprese), seguite da quelle relative ai servizi alle imprese (+5.878) e alle attività professionali, scientifiche e tecniche (+4.506). Sul versante opposto, ancora in contrazione la base imprenditoriale manifatturiera (-1.789 unità tra gennaio e settembre) e delle costruzioni (-1.136). Nel III trimestre – confermata la forte dinamica delle attività ricettive (+3.898 unità) – per questi due settori i segnali si fanno invece più positivi (+1.163 unità nelle costruzioni e +340 nella manifattura), come anche per il commercio (+2.276).

Se nel periodo, in Italia i numeri tra nuove iscrizioni e cessazioni si traducono in una media di crescita dello 0,30%, nel Lazio è decisamente superiore: 0,46%. Ovvero 7.863 nuove imprese iscritte e 4.878 cessate, con un saldo positivo di 2.985. Viterbo si presenta con una media superiore a quella nazionale, cioè più 0,33%, dettato da 430 iscrizioni e 305 cessazioni, che regalano un saldo positivo di 125. A livello nazionale è al 34° posto insieme a Matera, Belluno e Milano. Nel Lazio si pone invece a metà strada. Roma è infatti al 15° in Italia e prima a livello regionale (6.002 iscrizioni, 3.552 cessazioni, in totale più 2.450) con lo 0,50%, poi c’è Frosinone tre gradini sotto (608 e 302, saldo 226) con 0,48%, dietro Viterbo invece Latina al 39° (675, 498, saldo 177) con 0,31%, quindi Rieti, solo al 96° (148 e 141, saldo a più 7) con 0,05%.

Non va bene invece per l’artigianato nella Tuscia, dove le cessazioni superano le nuove iscrizioni: 99 a 75, con un saldo negativo di 24 unità.