E’ stato presentato a Roma, presso l’Auditorium della sede nazionale della CNA, il 2° Rapporto congiunturale sul mercato dell’installazione di impianti in Italia curato dal CRESME e che ha CNA Installazione Impianti tra i suoi principali sponsor.
Nel 2015, il fatturato delle imprese di installazione di impianti è stato di quasi 46 miliardi di euro. Se a questa cifra aggiungiamo il fatturato del cosiddetto “fai da te” (stimato in 8,6 miliardi), arriviamo ad una cifra vicina ai 55,5 miliardi di euro. In pratica, l’impiantistica nel 2015 ha assorbito il 43% delle risorse destinate all’edilizia ed oggi costituisce il 33% del valore della produzione di tutto il settore delle costruzioni.
In questo sviluppo del settore, secondo il CRESME è stato fondamentale il ruolo giocato dalle detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia (il 50%) e di efficienza energetica (il 65%) che hanno veicolato 28 miliardi di spesa nel 2013, 28,5 nel 2014 e 25,2 nel 2015.
All’interno del settore delle costruzioni è stato rilevato come il comparto impiantistico sia quello più vocato all’innovazione la cui velocità fa diminuire la “vita media” dei prodotti e produce mercati dinamici; “La maggiore attenzione verso le problematiche ambientali e del risparmio energetico – ha sottolineato Carmine Battipaglia, Presidente Nazionale di CNA Installazione Impianti – comporta una evoluzione positiva dei mercati collegati a queste tematiche. Inoltre – ha proseguito Battipaglia – la capacità di produrre reddito e profitti nel mercato immobiliare è profondamente legata alla valorizzazione del prodotto edilizio costruito: riqualificazione edilizia ed energetica, manutenzione degli immobili e dell’ambiente saranno pertanto gli asset che potranno garantire all’intero settore delle costruzioni, sia edilizio che impiantistico, un trend di sviluppo nel medio periodo. Infine – ha evidenziato il Presidente degli impiantisti CNA – il progressivo invecchiamento della popolazione comporterà un maggiore ricorso all’impiantistica orientata al comfort come la domotica”.
Secondo il CRESME, le previsioni di crescita del settore per i prossimi anni sono di grande interesse: + 4,4% nel corso del 2016,ulteriore crescita ( + 4,6%) nel 2017, addirittura un balzo del + 5,5% nel 2018 per tornare ad un + 4.0% nel 2019.
Qualche preoccupazione la desta l’eccessiva frammentazione del sistema imprenditoriale, considerato l’elemento di criticità che potrebbe comportare diverse difficoltà nella gestione del processo di innovazione che sta cambiando le dinamiche del mercato impiantistico.
Nel 1991, il numero medio di addetti per impresa era 3,7; oggi siamo scesi a 3,1. Una discesa lenta, ma costante che comunque non è assolutamente paragonabile a quanto accaduto nel comparto dell’edilizia dove si è passati dalla media di 4 addetti per impresa del 1991 ai 2,4 scarsi di oggi.
Nel settore impiantistico è preponderante la presenza di imprese artigiane il cui peso, in termini di numero di aziende e di addetti occupati, è costantemente salito negli ultimi 25 anni.
Oggi, le imprese di installazione elettrica artigiane rappresentano l’83% del totale delle imprese operanti nel comparto ed il 66% degli addetti: Le imprese di impiantistica idro-termo-sanitaria artigiane sono quasi il 90% del totale ed occupano il 77,6% dei lavoratori, mentre negli altri lavori di installazione le imprese artigiane sono il 70% del totale con il 41% degli addetti.
“Se è vero – ha detto Lorenzo Bellicini, Direttore del CRESME – che i principali motori del mercato saranno la riqualificazione del patrimonio esistente e l’innovazione tecnologica ciò significa una crescita ancor più marcata del settore degli impianti all’interno delle costruzioni. La riqualificazione edilizia sarà però caratterizzata, a differenza degli anni ’90, dal prevalere dell’aspetto tecnologico rispetto a quello estetico”.
Secondo il Rapporto la spinta per un profondo cambiamento dell’industria delle costruzioni arriverà dalla ricerca di soluzioni fattibili per uno sviluppo ecologicamente sostenibile, quali le nuove infrastrutture per la produzione di energia da fonti alternative a quelle fossili, l’adeguamento del patrimonio immobiliare esistente agli standard di efficienza energetica e la nuova politica urbanistica per la riqualificazione, il rinnovo, il recupero delle città anche e soprattutto dal punto di vista energetico (nuovi distretti energetici).
Ma cosa manca agli impiantisti per diventare i veri protagonisti del mercato delle costruzioni?
Sono quattro, secondo Battipaglia, gli asset sui quali puntare per lo sviluppo qualitativo del sistema imprenditoriale del settore impiantistico: “Innanzitutto è necessaria la crescita del livello di capacità imprenditoriale tramite un costante e continuo aggiornamento tecnico-professionale. Poi va promossa la costituzione di reti di impresa per ovviare allo scarso ‘peso specifico’ delle imprese impiantistiche che determina sottocapitalizzazione, scarso sostegno dal sistema bancario ed altrettanta scarsa capacità di investimento; infine diviene indispensabile, oltre che una reale semplificazione legislativa e normativa, un quadro regolatorio in materia di concorrenza che salvaguardi i diritti delle piccole imprese”.