img-20200621-wa0003Da anni si occupa di progettazione nel settore dei beni culturali. Ma il suo progetto più bello lo ha realizzato da appena un paio di settimane, nel momento più difficile, sfidando l’emergenza: Caterina Poli ha aperto PMPM, affidandosi alla CNA. Perché? “Mi sono trovata dentro il coronavirus senza lavoro, ma con la voglia di far nascere qualcosa di mio”. E così è stato.

Partita Iva, 38 anni di Orte: ecco chi è Caterina Poli. “Mi occupo di progettazione: ricerca bandi, stesura e valutazione nel campo dei beni culturali. Non ho iniziato di punto in bianco – dice – è una cosa che faccio da circa quattro anni. Però ho sempre lavorato prima con associazioni, poi con una società di progettazione”. Nell’ultimo caso, l’impegno si è chiuso “per una questione di carattere”.

A questo punto è arrivata l’emergenza doppia: della pandemia e anche dell’occupazione. Però accompagnata da quella sana voglia (lei la chiama intraprendenza) di andare avanti. “Penso di avere le competenze e soprattutto gli strumenti. Tanto che la percentuale dei miei progetti che avevano avuto il via libera – continua Poli – era alta. Quindi perché non tentare? Il fatto di non aver più il lavoro mi ha spronato a fare qualcosa per conto mio”.

PMPM è nata da poco, “ma ho già i miei clienti, come l’Università della Tuscia e un Comune. Sono contenta, sta andando bene e spero prosegua così. Ho associato altri servizi che posso comunque coordinare tra cui l’event coordinator, per seguire un progetto nel suo sviluppo, poi consulenza, comunicazione, traduzione e interpretazione, per ampliare un po’ di più la rosa del lavoro”.

Timori di aprire un’attività durante il Covid? Zero. “Ho visto che i bandi sono stati prorogati ma comunque c’erano. Per i beni culturali a maggio ne sono usciti almeno una decina. E penso che dopo il coronavirus – conclude Poli – ci saranno ancora di più”.

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