autotrasporto-3I tir possono circolare anche durante le festività pasquali, da venerdì 10 a martedì 14 aprile. Lo comunica CNA Fita di Viterbo e Civitavecchia. Non si applicano dunque i divieti di circolazione sulle strade extraurbane previsti per i veicoli di massa complessiva superiore a 7,5 tonnellate adibiti al trasporto di cose. Confermata altresì, fino a un nuovo provvedimento, la sospensione temporanea del divieto per i servizi di trasporto internazionale.

Il “via libera” è previsto dal decreto firmato dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli.

“Avevamo auspicato questo provvedimento”, afferma CNA Fita, evidenziando gli effetti pesantissimi dell’emergenza sul settore.

“Le imprese dell’autotrasporto continuano ad assicurare al Paese un servizio fondamentale, pur in una situazione di drammatica difficoltà. In base alla nostra elaborazione sui dati Istat – sottolinea CNA Fita – dal 23 marzo il 59,35 per cento delle merci (per complessivi 547 milioni di tonnellate) non viene più trasportato. Ma il quadro è molto complesso e articolato. Se sono fermi i mezzi delle aziende collegate alle attività il cui ciclo produttivo è sospeso,  anche laddove si conservano opportunità di lavoro, come nel trasporto dei prodotti alimentari, bevande e tabacchi, che incide per il 12,30 per cento sul totale, si registrano pesanti flessioni del quantitativo di merce da trasportare, a causa della chiusura dei ristoranti e di altre attività ricettive. E non c’è possibilità di bilanciare i traffici, perché le andate o i ritorni sono a vuoto. Si aggiungano l’impossibilità di far fronte ai costi di gestione e lo slittamento dei pagamenti da parte dei committenti, che rende tutto più complicato”.

Chi ancora viaggia – afferma CNA Fita – opera in condizioni di estremo disagio. Non solo per il rallentamento dei flussi di merce, dovuto altresì alla carenza di personale nei centri logistici. La qualità della vita dell’autotrasportatore è sicuramente ben oltre i limiti di sopportazione, con le aree di sosta chiuse e la difficoltà nel rapporto con la committenza, anche per l’utilizzo dei servizi igienici. E spesso i dispositivi di protezione individuale DPI rappresentano un miraggio. Ci auguriamo che nei prossimi provvedimenti del governo – conclude l’Associazione – si tenga conto delle nostre richieste per consentire al settore di ripartire voltando pagina”.