Sono ripartite l’edilizia e il manifatturiero. Da questa mattina, l’85 per cento delle imprese artigiane sono al lavoro, seppure con i motori al minimo e spesso con pesanti limitazioni. Mancano all’appello importanti attività di servizio, come i centri di acconciatura, di estetica e di tatuaggio, per i quali CNA ha chiesto l’immediato riavvio.
Chi non ha mai chiuso e chi ha riaperto già da qualche settimana, ha adottato rigorose misure di prevenzione del contagio da Covid-19. Così chi è rientrato oggi in azienda. “Con grande senso di responsabilità, gli imprenditori applicano il protocollo sottoscritto dal governo e dalle parti sociali per garantire adeguati livelli di protezione nei luoghi di lavoro e i codici di autoregolamentazione che CNA ha predisposto per tutte le categorie”, affermano Angelo Pieri e Alessio Gismondi, rispettivamente presidente e vicepresidente della CNA di Viterbo e Civitavecchia
Per Pieri, oggi è stato il primo giorno di lavoro nei cantieri dopo due mesi di fermo. Imprenditore edile della Tuscia, fa parte di quel mondo – le costruzioni – che da solo rappresenta quasi il 50 per cento dell’universo artigianato. “È complessa la gestione della sicurezza in un cantiere, ma la scorsa settimana – racconta – ci siamo preparati per attuare correttamente le procedure previste, nel nostro caso, dallo specifico protocollo siglato con le categorie dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e da quello del Lavoro e delle Politiche Sociali, rivolgendo la massima attenzione alle operazioni di sanificazione necessarie. Ed abbiamo informato e formato i lavoratori sulle precauzioni anti-contagio. Ciò, grazie all’assistenza di CNA Sostenibile, che ci ha guidato in ogni passo, dall’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi alla predisposizione della cartellonistica che è obbligatorio installare in cantiere. Stamane, all’ingresso, abbiamo proceduto alla misurazione della temperatura dei lavoratori con il termoscanner, alla consegna del kit con i dispositivi di protezione e dei moduli che gli addetti sono tenuti a visionare e a firmare”.
“La salute è un bene fondamentale e l’impegno per tutelarla è massimo. Vogliamo però – sottolinea Pieri – che questa fase serva a porre mano sul serio a una radicale sburocratizzazione, naturalmente nel rispetto della legalità, allo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione entro questo mese e, per l’edilizia, alla sospensione del Codice Appalti nel 2020-2021”.
Per Gismondi, falegname e designer, questa è una giornata dedicata a riordinare, insieme con i collaboratori, gli spazi del laboratorio di Civitavecchia, dopo gli interventi di pulizia e igienizzazione dei giorni scorsi. “Anche per la mia attività è centrale il tema della sicurezza. Il periodo di blocco, lo abbiamo utilizzato – dice Gismondi, che è anche presidente della CNA di Civitavecchia e componente della presidenza nazionale di CNA Produzione – per elaborare linee guida ispirate a un rapporto di assoluto rispetto tra produttore e cliente. Sono già pronti due vademecum, uno per il montaggio di serramenti e infissi, l’altro relativo ai mobili”.
“L’obiettivo – spiega – è quello di assicurare che nell’esecuzione del lavoro il personale dell’impresa adotti le precauzioni indicate nei protocolli, dalla distanza interpersonale all’uso dei dispositivi di protezione, e nello stesso tempo l’ambiente in cui ci si troverà ad operare non sia pericoloso per la salute”. Ora, subito all’opera. “E’ un momento molto difficile, ma dobbiamo rimboccarci le maniche”, è convinto.
Sono tornati nelle botteghe gli artigiani dei mestieri d’arte. La loro, è una presenza fondamentale nel tessuto sociale, culturale e produttivo delle nostre città. “Sì, l’artigianato artistico rappresenta un grande patrimonio per il nostro Paese e per questo deve essergli assicurato un sostegno robusto e mirato – è il parere di Lucia Maria Arena, presidente di CNA Artistico e Tradizionale di Viterbo e Civitavecchia -. Sicuramente la ripartenza sarà per noi molto più lenta e difficile, perché l’economia è in sofferenza e il turismo, settore vitale anche per le nostre piccole e piccolissime realtà, è bloccato e non si sa quando riuscirà a rimettersi in moto. Insomma, lavoreremo su nuovi progetti, ma dovremo faticare tanto”.
Ha tirato su la saracinesca in mattinata anche Marco Bracci, titolare di un’impresa a Civita Castellana, portavoce degli artigiani del settore della lavorazione dei metalli per CNA Artistico. Si affaccia alla fase 2 con le idee chiare: “I tempi ci impongono una profonda riorganizzazione del lavoro e una diversa gestione dei costi aziendali. Nonostante il fermo, abbiamo mantenuto l’occupazione e siamo pronti a partire. Ma il governo deve ascoltarci. C’è bisogno di una forte immissione di liquidità: credito agevolato, garantito al 100 per cento dallo Stato e con restituzione fino a dieci anni”.
Ripartire, insomma, significa accelerare sulla eliminazione delle distorsioni di cui il sistema economico soffre da troppo tempo e sugli investimenti in grado di mettere le imprese nella condizione di riprendere il cammino con fiducia.