Siamo arrivati alla presentazione del terzo Rapporto sull’Economia dell’Alto Lazio.

Questo documento rappresenta anche quest’anno un’analisi approfondita delle tendenze economiche, dei punti di forza e delle sfide che caratterizzano le province di Rieti e Viterbo. Un territorio vasto che ha affrontato numerose criticità negli ultimi anni, ma che ha anche dimostrato una notevole resilienza.

La diversità del nostro tessuto economico rappresenta infatti un punto di forza che dobbiamo continuare a valorizzare, compensando le difficoltà a livello infrastrutturale che rendono complesse le comunicazioni sia all’interno del territorio sia da esso verso l’esterno.

Il rapporto di quest’anno si basa su dati raccolti fino alla fine del 2023 e offre una panoramica sulle principali dinamiche economiche del Reatino e della Tuscia.

Il rapporto, come abbiamo potuto osservare negli anni, è e continua ad essere uno strumento fondamentale di programmazione economica per le istituzioni e per tutti gli attori del sistema socio-economico e politico delle province di Rieti e Viterbo e vuole rappresentare anche un servizio reale alle imprese, poiché la conoscenza è una risorsa strategica per la competitività aziendale.

Ogni anno il rapporto viene affiancato da un focus su alcuni settori che avevano dimostrato dinamiche particolari oppure di particolare peso per i territori di riferimento, anche dal punto di vista dei mercati internazionali.

Negli anni passati è stato dedicato al settore della ceramica, a quello agricolo, al settore delle pompe dosatrici.

Quest’anno, l’insediamento del primo Comitato per l’Imprenditoria Femminile del nuovo Ente camerale è stato il motivo per cui si è deciso di dedicare l’approfondimento proprio alla presenza dell’imprenditoria femminile nelle due province.

Uno strumento utile anche al fine di programmare i futuri piani di attività del Comitato a favore delle imprese femminili dell’Alto Lazio. Un’attività già partita nei mesi scorsi con diverse iniziative tra cui un ciclo di formazione sull’incremento di competenze classiche e su soft skills sempre più richieste dal mondo del lavoro ed utili per promuovere la propensione all’imprenditorialità ed il cosiddetto “empowerment” femminile.

Tornando al Rapporto, c’è da evidenziare un 2023 contraddistinto da un andamento altalenante a livello economico per entrambe le province di Viterbo e di Rieti, che restano a livello di crescita del Pil leggermente al di sotto alla media regionale e nazionale, con previsioni purtroppo per il 2024 non ottimistiche per l’Alto Lazio, vicine alla stagnazione, che segue, anche se peggiorandola un po’, la performance nazionale. Ovviamente sono stime e come abbiamo visto tante volte, suscettibili di revisione al rialzo.

Per quanto riguarda il movimento anagrafico delle imprese nella provincia Viterbo, a fronte di 1.736 iscrizioni nel 2023 sono state registrate 1.646 cancellazioni, con un saldo positivo di 90 unità.

In crescita sono tuttavia solo alcuni settori: nel Viterbese i servizi di informazione e comunicazione, le costruzioni, le attività professionali e scientifiche, quelle finanziarie e assicurative, i servizi sanitari e di assistenza sociale. Soffrono invece agricoltura, commercio e attività manifatturiere.

Nonostante abbiano attraversato periodi difficili, le imprese hanno reagito e resistito. Si assiste ad un progressivo abbandono di alcune attività tradizionali verso attività più moderne, sia come settori ma anche come modalità gestionali.

Migliore il quadro delle esportazioni con un aumento per la provincia di Viterbo del 5,5%, soprattutto nelle produzioni agroalimentari e nel tessile abbigliamento, un settore quest’ultimo, che sta dando grandi soddisfazioni al nostro territorio non solo in termini esportazioni ma anche con produzioni di alta qualità e creatività, mentre purtroppo dopo gli incrementi importanti degli ultimi anni cala l’export dei prodotti in porcellana e ceramica. Questo si pensa sia anche il risultato degli sforzi congiunti delle imprese e delle istituzioni locali per promuovere l’internazionalizzazione.

Interessanti, sono anche i dati sul turismo: il 2023 consolida il trend ascendente che ha contraddistinto l’ultimo periodo confermando il superamento dei livelli pre covid e raggiungendo nuovi record sia per gli arrivi che per le presenze di turisti nella Tuscia.
Questi risultati premiano anche gli sforzi fatti come sistema camerale in questi anni, anche se il cammino è ancora lungo per raggiungere posizioni più confacenti alla potenzialità della provincia, ma sicuramente si può affermare affermare oggi che la Tuscia è una realtà turistica importante.

La Camera di Commercio è impegnata da anni nella promozione del territorio attraverso iniziative dirette (si pensi ad Assaggi, alla promozione dei cammini) ma anche attraverso il sostegno di iniziative importanti, si pensi a San Pellegrino in Fiore e ad altre importanti manifestazioni che puntano a rendere attrattivo il capoluogo e la provincia viterbese. Ma anche su quanto fatto in termini di promozione e comunicazione generale, attraverso la partecipazione e l’organizzazione di educational, borse, fiere, campagna di comunicazione nazionali ed internazionali.

Nel Viterbese, in particolare rispetto all’anno 2022, gli arrivi sono cresciuti dell’11,5% e le presenze dell’8,1% sopravanzando il dato record del periodo precovid (+16,1% rispetto al 2019). Tutto questo con un trend crescente di presenza straniera, un dato che deve spronare ad investire ulteriormente su questo segmento che è quello che ci vede ancora indietro, seppur in miglioramento.

Anche nella provincia di Viterbo il mercato del credito ha sofferto, l’alto costo del denaro connesso all’inflazione importante degli ultimi periodi ha generato una consistente diminuzione degli impieghi, sono calati in maniera evidente sia per le famiglie, in difficoltà anche per la riduzione dei redditi reali, sia per le imprese, il cui alto costo del denaro rendeva complicato sia l’investimento a medio e lungo termine, sia l’indebitamento a breve connesso con la gestione quotidiana dell’azienda.

L’alta inflazione e la conseguente riduzione dei redditi reali hanno inciso anche sui depositi, una variabile tradizionalmente in crescita che ha subito lo scorso anno una brusca battuta d’arresto provocando una riduzione della liquidità di famiglie ed imprese, non so lo a Viterbo ma in tutta la penisola.

Negli ultimi cinque anni anche nel Viterbese si è registrato inoltre un decremento delle sofferenze bancarie, dato che denota una diminuzione della rischiosità del credito e la minore difficoltà delle imprese e delle famiglie a far fronte agli impegni finanziari assunti, questo dato apparentemente positivo è però per lo più dovuto ad una più attenta selezione da parte degli Istituti bancari ed alla possibilità di cessione dei crediti deteriorati.

Un passaggio, infine, sull’occupazione. Questo è un altro dei settori su cui l’ente camerale, insieme alla sua azienda speciale, sta puntando da anni, che la formazione professionale e la qualificazione del capitale umano siano essenziali per sostenere la crescita dei settori, in particolare quelli ad alto valore aggiunto.

Purtroppo i dati sull’occupazione nella Tuscia non sono confortanti: gli occupati calano sensibilmente nel 2023 e questo richiede una riflessione importante da parte di tutti gli attori territoriali su quali settori siano in grado davvero di trainare l’economia locale e creare opportunità di lavoro.

Una riflessione che solo quando si hanno davanti dati certi e di sistema è in grado di generare proposte concrete e non solo reazioni ‘’sensoriali’’. Il dato sull’occupazione fa il paio tra l’altro anche con quello della riduzione delle imprese giovanili: è vero che le imprese totali crescono, ma quelle giovanili calano (del 6,2% nel 2023 rispetto al 2022) e questo è un segnale preoccupante in quanto rischia di creare problemi al sistema sociale ed economico della provincia di Viterbo anche per gli anni a venire. Attenzione a non far andare via i giovani da questo territorio, una cosa che in parte avviene, un fenomeno che dobbiamo guardare con estrema attenzione perché i giovani sono la nostra vera ricchezza e sono gli attori che devono costruire la Tuscia del domani.

L’ ente camerale sta puntando molto ad esempio nella promozione di un’imprenditoria che guardi ai temi dell’economia circolare, della sostenibilità ambientale, della digitalizzazione (si pensi al bando Pid appena pubblicato) e dell’innovazione che rappresentano dei fattori di competitività importanti anche per il nostro tessuto economico fatto in buona parte da micro e piccole imprese. In questo vedo come fondamentale l’alleanza con gli ordini professionali e le associazioni di categoria, con cui collaboriamo e che sosteniamo anche con bandi ed opportunità di formazione.

L’augurio è che questo studio, unitamente alle molteplici altre attività messe in campo dall’Ente camerale, possano sempre di più contribuire in maniera concreta al miglioramento delle condizioni generali del contesto socio-economico, al fine di favorire una crescita equilibrata del tessuto imprenditoriale delle due realtà provinciali dell’Alto Lazio.

Il ringraziamento del presidente Domenico Merlani a tutti i collaboratori e collaboratrici che hanno contribuito alla realizzazione di questo rapporto e l’ invito a considerare queste analisi come un punto di partenza per nuove idee e progetti che possano portare benefici concreti alla nostra comunità.