Comincia in salita la corsa ai Fondi strutturali europei delle regioni italiane. Il Parlamento di Strasburgo ha, infatti, votato le norme sulla cosiddetta “macrocondizionalità”. In sostanza, si tratta di una penalizzazione degli enti, che si vedranno bloccare fino al 50% dei Fondi quando il proprio Paese non corregge il suo deficit eccessivo; sanzione che sale al 100%, e quindi al blocco totale, se il governo centrale non invertisse la rotta.

Ad aver blindato il testo ponendo al voto l’accordo tra Parlamento e Consiglio e cancellando la votazione sugli emendamenti presentati da numerosi eletti, compresi molti italiani in spirito bipartisan, è stato il presidente tedesco Martin Schulz. Tra il 2014 e il 2020 all’Italia saranno destinati 31,8 miliardi che il voto di Strasburgo sembra mettere in forse.

Il ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, ha gettato, però, acqua sul fuoco. “Il lungo negoziato che si è concluso questa mattina – ha spiegato Trigilia – ha previsto un regolamento più flessibile, che restringerà l’applicazione della clausola solo in presenza di deficit e di shock economico significativi, mentre il termine usato in precedenza era persistente. L’impegno del nostro Paese – ha sottolineato il  ministro – tornerà a farsi sentire in sede di prima applicazione, quando torneremo a batterci per delimitare la clausola di macrocondizionalità”.

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