Esportazioni della provincia di Viterbo in forte rialzo nei primi nove mesi del 2019 registrando un andamento positivo di +3,1%. E’ quanto emerge dai dati Istat, secondo cui l’export italiano nel periodo gennaio-settembre 2019 è cresciuto del +2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2018; mentre il Lazio, dopo i deludenti risultati del 2018, mette a segno la dinamica più interessante tra le regioni italiane con un incremento, su base annua, del 21,4%. Nella nostra regione sono soprattutto gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici che contribuiscono all’aumento dell’export.
Andando ad analizzare i dati relativi alla provincia di Viterbo, il comparto agroalimentare registra in totale una leggera flessione -1,9%, con una differenziazione tra le produzioni: +0,8% per i prodotti agricoli, -6,1% per i prodotti agricoli trasformati. A crescere è soprattutto l’export di prodotti delle colture permanenti (+2,5%) dove corilicoltura la fa da padrona, mentre c’è un lieve calo per frutta e ortaggi lavorati e conservata (-5,7%) e per prodotti lattiero-caseari (-6%). Così come diminuisce l’export di prodotti legati all’industria delle granaglie, amidi e prodotti amidacei (-28,3%). In crescita gli altri prodotti alimentari (+51,3%). Diminuisce anche l’export di carne lavorata e oli, ma questi settori rivestono un ruolo meno incisivo. Il comparto agroalimentare mantiene comunque una quota importante nelle esportazioni totali provinciali con il 27,1% dell’export totale. Per quanto riguarda il settore primario, nonostante l’andamento positivo si registrano dei cali di esportazione in Francia (-6,8%), Spagna (-35%) e Svizzera (-27,5%).
Il settore manifatturiero mostra una crescita del +2,6% Analizzando i singoli settori più rappresentativi troviamo un segno meno oltreché per i prodotti della lavorazione alimentari come già evidenziato, per il comparto ceramico (-6,3%), per l’industria dei metalli (-2,1%) e quella del legno e carta (-35%). Rispetto ai Paesi di destinazione nel comparto alimentare le performance peggiori sono verso Stati Uniti (-39,3%) e Regno Unito (-36%), così come per la ceramica negli Stati Uniti (-9,9%) e Regno Unito (-10,2%), a cui si aggiunge anche la Germania (-19,8%). Piuttosto evidente che le tensioni geopolitiche e l’andamento economico di alcuni mercati trainanti stanno generando indubbie difficoltà alle esportazioni di alcune nostre produzioni.
Molto bene l’andamento del comparto tessile che mette a segno un +25%, continuando ad acquisire progressivamente quote di mercato e arrivando a pesare per il 17% sull’export provinciale, rivolto in modo significativo verso i Paesi extraeuropei, in particolare nella Corea del Sud, mentre anche qui il Regno Unito registra -22%. Dati positivi anche per l’industria degli apparecchi elettrici (+28%), dei macchinari e apparecchi n.c.a. (+2,7) e degli altri prodotti delle attività manifatturiere +3,6%. Anche per la provincia di Viterbo, al pari del dato regionale e nazionale, si segnala un’ottima performance dei prodotti chimici (+18%) che comunque incidono poco, solo l’1,6% del totale export provinciale.
Per quanto riguarda l’andamento dell’export per i vari Paesi di destinazione l’Europa si conferma come il principale mercato di sbocco per le esportazioni della provincia di Viterbo, con il 78% circa dell’export complessivo. Nonostante alcune problematiche di crescita evidenziate in alcuni dei principali Paesi partner della Tuscia, la variazione tra i primi nove mesi del 2019 rispetto all’analogo periodo 2018 è positiva, con una crescita del 3,5%. Tra i Paesi europei si rileva una buona crescita delle esportazioni verso la Germania (+9,5%), la Slovenia (+33,2%), Paesi Bassi (+4,5%) e Belgio (+26,7%). Sostanzialmente stabile la Francia che si conferma come il principale Paese di destinazione dell’export. In calo l’export verso la Spagna (-14,4%), il Regno Unito (-12%), la Svizzera (-10,7%), e la Polonia (-10,2%).
In ambito extraeuropeo la situazione è meno florida: l’export verso il continente americano segna un -9,9%, mentre si evidenza una buona ripresa per le merci dirette in Asia (+14,6%) e verso l’Africa (+2,6%).
Entrando nel dettaglio dei Paesi più importanti in termini di export, si registra un segno meno per gli Stati Uniti (-9,3%) e la Russia (-12,5%), mentre c’è un segno positivo dell’export verso la Cina +11,6% e Corea del Sud +55,8%, verso il Canada (+39,1%), così come per gli Emirati Arabi (+70%).