Risplende il blu Zaffera al Fuorisalone 2023. L’appuntamento, che, con il Salone del Mobile, rende Milano protagonista sulla scena internazionale per il design e l’alto artigianato, accende i riflettori anche sulla vitalità della tradizione ceramica italiana, con l’esposizione, nei prestigiosi spazi di Superstudio, in via Tortona, di “Italia”, l’opera corale ideata e realizzata nel 2021 dall’artista Alberto Gianfreda con i manufatti donati da ventuno città di antica tradizione. Con la ceramista Daniela Lai, Viterbo ha partecipato al progetto, che ha coinvolto il Museo Casa Testori e l’Associazione Italiana Città della Ceramica, AiCC, di cui il Comune è socio.
“Ho provato una grande emozione e orgoglio nel vedere finalmente da vicino il lavoro di Gianfreda, che racconta la grande storia della ceramica artigianale artistica italiana ed esalta la bellezza dei motivi decorativi della tradizione viterbese uniti a quelli di altre importanti città della ceramica. Le identità di tante realtà sono riunite in un’unica splendida opera”, dice, in vista al Superstudio, Daniela Lai, che è anche presidente di CNA Ceramisti Lazio e componente dell’esecutivo nazionale di CNA Ceramisti.
Complesso il processo di realizzazione di “Italia”. I manufatti ceramici, provenienti da undici regioni e dunque espressione di differenti tecniche di lavorazione e identità culturali, sono stati sapientemente frantumati (video e audio dell’operazione sono registrati) e successivamente riassemblati per comporre il pannello, un grande “tessuto ceramico”. “L’artista – è stato scritto – ha voluto porre al centro della sua opera il tema della distruzione in favore di un processo di ricongiungimento del frammento, per generare nuova bellezza e unità. Un tema, quale la frattura, ricomposizione e rigenerazione comunitaria, più che mai attuale”.
Accanto al lavoro di Gianfreda, sono esposti pezzi in ceramica simili a quelli prodotti per il progetto, stavolta visibili nella loro integra bellezza. Il piatto di Daniela Lai (del diametro di quaranta centimetri) presenta un decoro in blu in rilievo, eseguito con la tecnica della Zaffera, ripreso da un manufatto del XV secolo ritrovato a Viterbo. Al centro, un fiordaliso, simbolo di continuità, attorno al quale ruotano foglie di quercia, a indicare la forza morale e spirituale.