I costi energetici hanno raggiunto livelli insostenibili per molte filiere del comparto manifatturiero. CNA Industria rilancia l’allarme sulle bollette e in vista del nuovo decreto per contrastare il caro-energia sollecita che l’intervento sia esteso anche alle piccole imprese che non rientrano nella definizione di energivore.
“La corsa senza fine dei costi energetici sta avendo un impatto devastante sul settore industriale – afferma la presidente di CNA Industria Silva Pompili – con moltissime piccole imprese che operano in filiere che non possono trasferire sui clienti i maggiori oneri”. La congiuntura si sta rapidamente deteriorando: il fatturato dell’industria accusa il primo calo mensile dopo cinque mesi di aumenti consecutivi, la produzione industriale mostra una tendenza negativa nelle ultime due rilevazioni e nei prossimi mesi è atteso un ulteriore indebolimento del comparto manifatturiero.
“Sono necessari interventi robusti e strutturali per scongiurare un lockdown produttivo del settore industriale” conclude Silva Pompili.
Una preoccupazione sostenuta dai numeri, come dimostra l’analisi realizzata da Unioncamere e BMTI. Tra il 2021 e il 2022 il costo sostenuto dal sistema delle PMI per i servizi pubblici locali, è aumentato in media del +41,3%, con una forte variabilità tra servizio e attività economica. Gli aumenti registrati nel 2022 sono riconducibili all’andamento del costo della fornitura di energia elettrica e gas naturale, in aumento rispettivamente del +60,3% e del +57,3% in dodici mesi. I rialzi del gas naturale, invece, hanno interessato la componente relativa alla materia prima (+185% rispetto al 2021) a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina.