“Mettersi al servizio del Paese, per la politica non può che significare ripartire dalle nostre solide radici, riconoscere che l’economia si regge sul dinamismo dell’artigianato e della piccola impresa e valorizzare questo modello imprenditoriale”. E’ il pensiero di Alessio Gismondi, presidente della CNA di Viterbo e Civitavecchia, che lancia, a livello territoriale, il decalogo della CNA per le elezioni politiche del 25 settembre.
Mentre i partiti sono impegnati a definire alleanze e programmi, la CNA presenta un pacchetto organico di proposte per un nuovo patto sociale. “Dieci temi che riguardano l’Italia, perché le piccole imprese, il cui insediamento è diffuso, forniscono un contributo fondamentale al benessere economico e sociale. Lo dimostra il fatto che qui il Pil cresce più che in altri Paesi. Del resto, anche in tempi di pandemia, nonostante enormi difficoltà, le nostre imprese – sottolinea Gismondi, che è anche componente della Direzione nazionale della CNA – hanno fatto tutto ciò che potevano per garantire la tenuta dei territori”.
La prossima legislatura, insomma, dovrà essere anche a misura di artigiani e piccoli imprenditori. Le imprese con meno di 50 dipendenti, lo ricordiamo, rappresentano la quasi totalità dell’imprenditoria italiana, per la precisione il 99,4% (quelle artigiane il 23,1%), e contribuiscono al 63,4% dell’occupazione complessiva; il loro operato genera il 47% del valore aggiunto e il 20% delle esportazioni. Sono una palestra per i giovani che intraprendono la via del lavoro autonomo e offrono a tante donne imprenditrici l’opportunità per affermare la propria identità e realizzare i propri progetti.
Alla cultura emergenziale dovrà sostituirsi, secondo la CNA, una ritrovata capacità di guardare le profonde trasformazioni che investono la società, in modo da recuperare la centralità dei soggetti sociali, veri e propri connettori ai processi reali.
Ed ecco i dieci capitoli: energia, con un focus sulla scelta strategica dell’autoproduzione e della riqualificazione energetica degli immobili; semplificazione, ritenuta la strada maestra del cambiamento; politica industriale, tagliata su artigiani e piccole imprese; export, made in Italy e turismo quali decisive leve di crescita; lavoro, contrattazione collettiva, formazione e rappresentanza, per favorire un’occupazione di qualità e uno scatto di produttività; fisco, non solo più leggero e più semplice, ma anche orientato all’espansione; concorrenza, per impedire gli abusi di posizione dominante e la pratica di condotte sleali; infrastrutture, materiali e immateriali, per irrobustire l’ossatura del Paese; legalità, da perseguire combattendo sia la criminalità sia tutte le forme di abusivismo, sommerso, riciclaggio e usura; welfare e pensioni, per assicurare condizioni più dignitose agli anziani e ai cittadini più fragili.
“Le proposte sono state già inviate all’attenzione dei partiti nazionali, con l’invito a un faccia a faccia rivolto ai leader politici. Le priorità poste sono coerenti con la necessità di avere piena consapevolezza delle grandi sfide da affrontare, in un quadro denso di incognite, in Italia e in Europa. Come la transizione energetica, che ci riguarda molto da vicino. Sul decalogo presentato, ci auguriamo – conclude il presidente della CNA di Viterbo e Civitavecchia – di poter aprire un confronto anche nei nostri territori appena sarà concluso il lavoro di formazione delle liste”.
Le proposte sono articolate. Solo due esempi. Nel capitolo dell’energia, si chiede di introdurre incentivi fiscali per l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili sui capannoni, ai fini della produzione di energia destinata all’autoconsumo. In quello relativo alla politica industriale, si evidenzia l’urgenza di interventi e procedure che superino la taglia unica degli incentivi e mettano fine alla modalità del click day, assicurando disponibilità adeguate a consentire l’accesso ai sostegni a tutti gli aventi diritto. Così come si sottolinea la necessità di portare a termine la riforma degli appalti in un’ottica di semplificazione del settore e per favorire la partecipazione delle micro e piccole imprese alle procedure di gara attraverso l’effettiva suddivisione dei lotti e la razionalizzazione della disciplina nell’ambito del cosiddetto sottosoglia, allo scopo di valorizzare le imprese del territorio.