La birra artigianale di alta qualità è una realtà emergente in Italia. Dai 335 microbirrifici attivi nel 2010 si è passati a quota 836. Un trend di crescita che riguarda anche l’export, il cui volume si attesta al 10 per cento della produzione. La Tuscia non resta estranea al fenomeno, perché dal 2009 si sono iscritti nel Registro delle imprese artigiane quattro birrifici, che utilizzano in maniera innovativa le materie prime per proporre un prodotto ricco di qualità organolettiche.
Con l’obiettivo di consentire ai piccoli produttori indipendenti di competere ad armi pari con i concorrenti europei, CNA – Unionbirrai ha presentato ieri a Rimini, in occasione della Fiera internazionale Beer Attraction, un disegno di legge che prevede un trattamento fiscale più equilibrato rispetto a quello attuale. Nel nostro Paese, infatti, il valore dell’accisa è passato dai 28,2 centesimi per litro del 2013 ai 35,9 di gennaio 2015. E l’Italia non ha stabilito aliquote ridotte per i birrifici più piccoli, a differenza di 20 Paesi europei su 28, che favoriscono i produttori fino a 200mila ettolitri l’anno.
Sono proposte, in sintesi, tre modifiche nella regolamentazione del settore: individuazione di una nuova definizione di microbirrificio, elevando l’attuale limite di produzione annua, oggi fissato a 10mila ettolitri; rimodulazione delle accise in maniera proporzionale alla produzione; ridefinizione del sistema di accertamento della produzione, previsto adesso nella fase iniziale del processo, per evitare che le piccole imprese con lavorazione artigianale siano costrette a pagare le accise prima e per importi più alti rispetto all’immissione in consumo della birra.
“Questo delle birre artigianali è ancora, nel nostro territorio, un piccolo segmento produttivo, che sta comunque riscuotendo successo nel mercato nazionale, soprattutto nella Capitale, e all’estero, essendo rappresentativo dell’eccellenza agroalimentare italiana -dichiara Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia-. La nostra iniziativa è volta a rimuovere gli ostacoli di natura fiscale e burocratica che impediscono a queste imprese di crescere e svilupparsi ulteriormente”.