CNA apprezza la volontà del governo di rendere più snella e veloce la macchina pubblica per realizzare la mole di investimenti prevista nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. È ai limiti del paradosso la necessità di interventi legislativi straordinari per realizzare opere in tempi congrui. È quanto ha indicato oggi la CNA nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni Affari Costituzionali e Ambiente della Camera sul decreto Semplificazioni, sottolineando che il provvedimento contiene interventi complessi ed eterogenei.
Su alcune misure CNA esprime critiche e riserve, confidando in correzioni nel corso dell’iter parlamentare. In particolare, sulle modifiche al Codice appalti con la liberalizzazione del subappalto: si rischia di premiare imprese prive di capacità organizzativa, che trasferiscono sulle più piccole responsabilità ed oneri di cui dovrebbe farsi carico direttamente l’impresa aggiudicataria. “Si condanna il mondo della micro e della piccola impresa ad un ruolo di subalternità rispetto alle poche grandi imprese rimaste, peraltro, prive di effettiva capacità realizzativa”.
CNA inoltre critica l’introduzione dell’obbligo per il subappaltatore di garantire gli stessi standard qualitativi e prestazionali, riconoscendo ai lavoratori il trattamento economico e normativo previsto per il contraente principale, compresa l’applicazione del medesimo contratto collettivo nazionale di lavoro. “E’ una norma che, di fatto, impone il contratto unico di cantiere, comprimendo il principio costituzionale della libertà sindacale e in netto contrasto con l’articolo 1322 del Codice Civile in materia di autonomia contrattuale”. Disposizione “ancor più inaccettabile e incomprensibile per i contratti collettivi nazionali di lavoro dell’artigianato, sottoscritti con le organizzazioni sindacali più rappresentative”.
Sul Superbonus 110%, CNA apprezza l’estensione della platea dei beneficiari ai servizi socio-sanitari e assistenziali. Tuttavia, segnala la necessità di ricomprendere gli immobili strumentali all’attività d’impresa così come il settore turistico-ricettivo, per consentire alle strutture di qualificare ulteriormente l’offerta e migliorare la competitività.
A giudizio della CNA, occorre una maggiore semplificazione delle procedure. Preoccupano alcune disposizioni, come “la mancanza di chiarezza della norma per quanto attiene agli effetti che potrebbero scaturire in capo all’impresa che abbia eseguito i lavori, inconsapevolmente, su immobili oggetto di difformità. Sarebbe preferibile attribuire tempi certi per l’accesso agli atti, accelerando i processi amministrativi, e permettere di sanare eventuali piccole difformità che emergessero anche in corso d’opera”.