Venerdì scorso è entrato in vigore il decreto legge Controlli per la prevenzione e il contrasto delle frodi nell’utilizzo degli incentivi per la riqualificazione e l’efficienza energetica degli edifici. L’obiettivo è giusto, ma, nei fatti, si rischia lo stallo nelle costruzioni. “Segnali di allarme ci stanno arrivando da decine di micro e piccole imprese, soprattutto da impiantisti e serramentisti. In assenza di chiarimenti, potremmo trovarci, a breve, di fronte al fermo di molti cantieri”, afferma Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
Cosa succede? In base al decreto, al fine di avere la possibilità di optare per lo sconto in fattura e la cessione del credito nel caso di lavori diversi da quelli cui è applicabile il Superbonus 110%, occorre richiedere sia il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione attestante la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione, sia l’asseverazione, da parte di tecnici abilitati, della congruità delle spese sostenute.
“CNA, che ha firmato anche una nota congiunta con le altre Confederazioni artigiane per evidenziare le criticità del decreto legge, si è immediatamente attivata nei confronti dell’Agenzia delle Entrate”, prosegue Melaragni.
L’obbligo di asseverazione per tutti gli interventi, compresi la sostituzione di una caldaia o di un infisso, non solo è una complicazione incomprensibile e introduce costi che vanificano il beneficio fiscale, ma necessita di chiarimenti: chi può rendere le asseverazioni? E quale deve essere il contenuto?
C’è poi il tema delle pratiche avviate nel periodo precedente all’entrata in vigore del decreto legge ma per le quali il modello di opzione per la cessione del credito non è stato ancora trasmesso. Secondo la CNA, devono essere intanto escluse dalla nuova disciplina. Anche in questo caso, ci vuole comunque un pronunciamento che fughi ogni dubbio.
“Continueremo a batterci – conclude la segretaria territoriale della CNA – affinché non si blocchi la ripresa nel comparto”.