“La CNA esprime grande preoccupazione per il cammino della norma sul regime dei minimi, che concilia certezza e flessibilità, che potrebbe essere indebolita a seguito dei rilievi della Ragioneria Generale dello Stato”.
La disposizione del decreto fiscale consente il mantenimento all’interno del regime semplificato delle imprese personali e degli autonomi che abbiano sforato per meno di 15mila euro, e per un massimo di due volte non consecutive nell’arco di cinque anni, il limite di accesso a questo regime. Tale norma, oltre a riconoscere le semplificazioni assicurate ai minimi, evita i notevoli oneri amministrativi che pesano sulla gestione contabile dell’uscita e dell’eventuale rientro nel regime forfettario. Per chiarire, nell’anno di uscita dal regime l’impresa sarebbe costretta a ricostruire tutta la contabilità ai fini delle imposte dirette, dell’Irap e dell’Iva con un notevole esborso economico.
“Sui rilievi contabili della Ragioneria devono prevalere le ragioni di chi vuole aiutare le imprese a crescere e a creare occupazione e ricchezza”. Lo si legge in un comunicato stampa della CNA.