“Il decreto CuraItalia, contenente le misure a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese per contrastare gli effetti dell’emergenza coronavirus sull’economia, per quanto al momento conosciuto, è solo un primo passo”. Così la CNA.
“Le risorse messe in campo, 25 miliardi, seppure importanti, non saranno sufficienti a proteggere lavoro autonomo e piccole imprese con interventi adeguati alla drammatica gravità della situazione. Gli interventi a favore delle imprese, che spaziano dalla sospensione dei versamenti al sostegno al credito, agli ammortizzatori sociali – osserva l’Associazione – vanno indirizzati con maggiore incisività a favore del lavoro autonomo, delle attività di minore dimensione e delle filiere (turismo, trasporti, ristorazione, cinema e cultura) che più di altre stanno già subendo i colpi di questo blocco totale delle attività e degli incassi”.
“Non possiamo che considerare, quindi, il decreto come l’inizio di misure più durature e robuste che diano maggiore liquidità alle imprese, a partire dalla riduzione dei carichi fiscali e contributivi, innalzando la soglia dei 2 milioni di ricavi per la sospensione dei pagamenti”, è la considerazione di CNA.
“Occorrono risorse proporzionate rispetto all’enormità dei danni che stiamo sopportando e che sono destinati a moltiplicarsi se l’emergenza dovesse protrarsi per mesi, con effetti drammatici per i livelli produttivi e l’occupazione del Paese. Ci sarà quindi presto bisogno – sostiene CNA – di una manovra di ulteriore stimolo e sostegno all’economia di proporzioni mai sperimentate in precedenza”.
“Mai come in questo momento è necessario che l’Europa, di fronte a un dramma comune a tutti gli Stati membri, sappia costruire risposte di grande respiro sul piano delle risorse, della ricerca e delle regole a partire dall’immediata sospensione del patto di stabilità, per proteggere e rilanciare il nostro continente. È un banco di prova che può rafforzare la fiducia e il ruolo dell’Unione Europea o decretare la fine del sogno dei padri fondatori se dovessero prevalere gli egoismi e le chiusure”.