“Il decreto legge 91/2014 è apprezzabile per l’obiettivo di alleggerire gli oneri a carico delle imprese e sostenere la competitività del nostro sistema produttivo, ma non deve rimanere un impegno isolato rispetto ad un programma strategico complessivo di rilancio dello sviluppo. il Governo deve utilizzare il semestre di Presidenza italiana dell’Ue per concepire un disegno compiuto di politica economica a sostegno dell’impresa diffusa”.
Così Rete Imprese Italia ha giudicato il decreto legge competitività nel corso di un’audizione svoltasi oggi presso le Commissioni riunite X e XIII del Senato.
Nel dettaglio delle misure del decreto legge, Rete Imprese Italia valuta positivamente gli interventi per abbassare il costo delle bollette elettriche delle imprese. La riduzione della soglia di accesso al beneficio dagli iniziali 55kW agli attuali 16,5 kW permette infatti di estendere gli ‘sconti’ in bolletta ad altre 400.000 imprese di cui l’80% appartengono ai settori manifatturieri e del commercio.
Altrettanto positivo il giudizio sulla volontà di semplificare ulteriormente il Sistri, il Sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti. Ma Rete Imprese Italia auspica il definitivo superamento del Sistema che in questi 5 anni ha dimostrato di non funzionare. E, più in generale, in materia ambientale, i rappresentanti delle imprese dell’artigianato e del terziario di mercato lamentano l’assenza nel Decreto legge di misure di semplificazione dei complessi ed onerosi adempimenti burocratici a carico degli imprenditori.
Sul fronte degli interventi per il sostegno dell’agroalimentare made in Italy, Rete Imprese Italia ritiene indispensabile estendere la misura del credito d’imposta prevista per i produttori a tutta la filiera, includendo quindi anche le imprese della distribuzione. Ancora per quanto riguarda il settore agricolo, viene sollecitata l’estensione delle semplificazioni del sistema dei controlli a tutte le imprese che operano nel comparto. A questo proposito, Rete Imprese Italia fa rilevare che il costo sopportato dagli imprenditori per la mole e la complessità dei controlli nel settore alimentare incide fino al 10% sul costo finale del prodotto.
Inoltre, Rete Imprese Italia fa rilevare che la misura del credito d’imposta per investimenti in nuovi beni strumentali, oltre ad escludere gli investimenti inferiori a 10.000 euro effettuati da molte imprese, è rivolto soprattutto a quelle manifatturiere. Pertanto vengono sollecitate ulteriori e specifiche misure per le imprese dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi.