La crisi per gli artigiani è tutt’altro che finita. A fine 2013 il numero di micro-imprese potrebbe ridursi ulteriormente di quasi 40mila unità, scendendo sotto quota 1,4 milioni, ai livelli di 13 anni fa. A rischio sono oltre 100 mila posti di lavoro. A lanciare l’allarme è il Centro Studi Cna, che avverte: la prevista chiusura di 40 mila imprese a fine anno sarebbe la peggiore degli ultimi 10 anni.

Da gennaio a giugno il saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni di imprese artigiane è stato di 21.293 unità, addirittura peggio dell’intero 2012 (-20.319). Secondo le stime del Centro Studi Cna, il numero delle imprese iscritte al sistema camerale quest’anno è destinato a ridursi di quasi 27mila unità, pari a -0,4%, riportando il sistema produttivo nazionale ai livelli del 2005. In un contesto decisamente negativo, però, la crisi continua a picchiare soprattutto l’artigianato, destinato a segnare un arretramento ben peggiore (-2,8%) e a calare ai livelli di 13 anni fa. Ad aver sofferto maggiormente della recessione, sono le imprese artigiane: dal 2008 a oggi, a fronte di una diminuzione complessiva di imprese di 37mila unità (-0,6%), l’artigianato ha registrato un crollo verticale: -98mila aziende. Se dovesse confermarsi l’attesa diminuzione del numero di imprese, ai 250mila posti di lavoro già persi, se ne potrebbero aggiungere – secondo lo studio – altri 102mila quest’anno. A livello geografico, è la Liguria la regione nella quale l’artigianato è maggiormente in difficoltà: il 58% delle imprese che hanno chiuso sono artigiane.

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