Niente lavori a metà sugli ISA. CNA e le altre categorie non hanno firmato la validazione della revisione di 89 indici di affidabilità per il 2019. La mancata partecipazione al voto in Commissione esperti è stata decisa per dare un chiaro segnale del disagio in cui si è operato a causa delle problematiche riscontrate in sede di applicazione degli ISA per il 2018.
CNA e le altre categorie insieme ai commercialisti chiedono la revisione di tutti i 175 indici. Dalle riunioni sulle singole attività revisionate per gli ISA, le associazioni e gli imprenditori erano stati chiamati a esprimere osservazioni e il parere sulla revisione, è stato impossibile valutare gli effetti applicativi degli ISA sui contribuenti per il 2018. In una serie di documenti erano state manifestate evidenti anomalie applicative degli ISA sui quali ci si aspettava risposte che, seppur non risolutive di tutti i problemi, avrebbero potuto almeno dare un chiaro segnale politico di indirizzo alla soluzione dei problemi.
Man mano che anche le imprese applicavano gli ISA sulla propria posizione relativamente al periodo d’imposta 2018, si sono confermate le perplessità e i dubbi manifestati nelle riunioni. Tali problematiche comuni a tutti gli ISA sono state presentate il 24 ottobre scorso alla Commissione di esperti e riprese in un documento congiunto di Rete Imprese Italia, oltre ovviamente a documenti specifici di osservazioni sui singoli ISA.
Sulle questioni poste dall’Agenzia delle entrate, con Sose, non sono state fornite adeguate risposte né tantomeno soluzioni, spesso mascherate dalla necessità di dover valutare a consuntivo i dati delle dichiarazioni, per verificare l’effetto degli ISA per fare le modifiche necessarie.
L’invio dei dichiarativi quest’anno, per effetto della proroga, è avvenuto il 2 dicembre scorso e la conseguente analisi dei dati dei dichiarativi non consentirebbe interventi, se non marginali, per correggere quelle che CNA, insieme a Rete Imprese Italia, ritiene anomalie pregiudiziali al corretto funzionamento dell’ISA.
I maggiori problemi riscontrati e segnalati anche dal territorio riguardano, in primis, l’effetto sugli esiti del cosiddetto coefficiente individuale, gli effetti distorsivi di alcune voci che concorrono al calcolo dell’incidenza degli “oneri diversi di gestione”, l’effetto distorto che soprattutto nelle piccole imprese, determina l’indicatore della “copertura del costo del lavoro dipendente” nonché le anomalie rispetto al peso dell’apporto lavorativo degli “addetti non dipendenti” nell’impresa.
CNA ha sottolineato più volte il positivo passaggio progettuale dagli studi di settore agli ISA, ma occorre che siano dati segnali di reale volontà, soprattutto politica, alla soluzione dei problemi.
Diversamente, si rischia che uno strumento di compliance adeguato nella logica di applicazione perché teso a premiare le imprese più affidabili, possa essere minato dalla presenza di anomalie note, e risolvibili, che portano a negare la “premialità” a soggetti che ne avrebbero diritto o, peggio ancora, a far entrare ingiustamente nelle liste selettive le imprese con voto inferiore a 6,01.
Due sono quindi i livelli di intervento richiesti: uno finalizzato all’introduzione di una norma che almeno sterilizzi l’effetto dei voti inferiori a 6,01 del 2018 laddove per il 2019 tale voto fosse raggiunto o superato; dall’altro iniziare sin da subito tavoli di lavoro congiunto per la revisione delle anomalie, per quanto possibile, già con effetto dal periodo d’imposta 2019.