Il blocco della cessione dei crediti per i bonus dell’edilizia avrà un impatto molto pesante sull’intera filiera. Le imprese del settore costruzioni stimano una caduta del fatturato che sfiora il 40% per l’anno in corso, i serramenti prevedono una contrazione del 32,4% mentre le imprese di impiantistica del 30%. È un quadro a tinte fosche quello che emerge dall’indagine promossa dal Centro Studi di CNA nazionale attraverso circa 2mila imprese, che rappresentano un campione significativo della filiera delle costruzioni ovvero di una realtà di oltre 500mila imprese con quasi 1,5 milioni di addetti.
“Sono numeri che confermano la nostra forte preoccupazione per gli effetti delle limitazioni alla cessione dei crediti introdotte dal decreto Sostegni-ter. Si rischia di vanificare la ripresa del comparto registrata nel 2021, che ha generato nuovi posti di lavoro, pur nella difficoltà di reperire manodopera specializzata, oltre ad aver spinto, anche nel nostro territorio, la nascita di imprese, determinando un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni nel Registro Imprese”, osserva Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
“E’ importante altresì porre attenzione al fatto che si è messo in moto, grazie ai bonus, un processo di riqualificazione del patrimonio edilizio e di efficientamento energetico, in linea con gli obiettivi di transizione energetica fissati in sede di Commissione Europea”, sottolinea Melaragni, che, a proposito del dibattito di questi giorni sulle frodi, dice: “Si intensifichino i controlli, le imprese sane non li temono. La cessione dei crediti d’imposta è un meccanismo utile e, come ha chiesto il nostro presidente nazionale, l’Agenzia delle Entrate deve certificare i crediti immessi sul mercato, per assicurare che siano veri. No, invece, all’ipotesi dei bollini, che, a nostro avviso, sono inefficaci”.
Ed ecco gli altri dati dell’indagine. Quasi l’80% delle imprese intervistate prevede una riduzione dei ricavi per effetto del raffreddamento della domanda, dal 70% nel comparto delle costruzioni all’81,8% dei serramenti. Nelle costruzioni il 12% indica che sarà costretto a ridurre l’organico.
L’effetto volano del Superbonus 110% e degli altri incentivi è stata la possibilità dello sconto in fattura e successiva cessione del credito a terzi. Il sostanziale blocco della cessione dei crediti rende, di fatto, impraticabile lo sconto in fattura per il 42,5% del campione. Il 18% indica che applicherà lo sconto in fattura nei limiti della propria capienza fiscale.
Dopo l’entrata in vigore del decreto Sostegni-ter, il 50% del campione rileva la totale indisponibilità di soggetti terzi ad acquisire i crediti derivanti dallo sconto in fattura e il 13% delle imprese ha ricevuto la richiesta di rinegoziazione delle condizioni. All’entrata in vigore del provvedimento, oltre un’impresa su due era nella condizione di dover smobilizzare crediti per lavori effettuati con lo sconto in fattura al cliente. Crediti che molto difficilmente potranno essere ceduti. Oltre 100mila imprese pertanto corrono il serio rischio di non poter incassare il corrispettivo delle fatture emesse, con la prospettiva di trovarsi in grave squilibrio finanziario.
Lo scorso anno, il fatturato realizzato dalle imprese con la formula dello sconto in fattura è stato molto rilevante, oltre il 50% per l’edilizia, 40,2% per le imprese di installazione impianti e 42,3% per quelle dei serramenti. Tre imprese su quattro hanno offerto lo sconto in fattura ai clienti.
La filiera delle costruzioni è, insomma, motore della ripresa. E’ urgente cancellare la norma del Sostegni-ter sulla cessione dei crediti per non spegnerla.