Anche nel 2025 chi deve fare i conti con il costo dell’energia per stare sul mercato dovrà vedersela con concorrenti europei favoriti in modo smaccato. In Spagna o in Francia si spende per l’elettricità acquistata all’ingrosso, tipicamente per uso industriale, molto meno che in Italia. E in Germania, che pure sconta la decisione di aver chiuso le centrali nucleari, il prezzo è comunque minore rispetto a quello italiano. E le cose vanno ancora peggio per le piccole imprese che sono meno forti nei rapporti con i produttori.
Il nostro presidente nazionale, Dario Costantini, ne ha parlato ai microfoni del Tg5. “I costi energetici penalizzano lo sviluppo e le attività delle aziende – ha affermato Costantini – Le piccole imprese italiane pagano l’energia il 40% in più della media europea, il 60% in più della Spagna e il 50% in più della Francia. Questo perché circa la metà delle voci in bolletta sono composte da oneri e tasse”.
Come se non bastasse, da settimane il prezzo del gas, uno dei componenti principali della formazione del prezzo dell’elettricità, sta aumentando costantemente e i contraccolpi delle crisi internazionali non fanno sperare in una inversione di tendenza.
La nostra Confederazione è stata la prima organizzazione a lanciare l’allarme sull’impennata delle bollette a inizio 2022 e poco dopo ha presentato la proposta per favorire l’autoproduzione da fonti rinnovabili, trovando parere favorevole del Mimit che ha messo a disposizione un fondo da 320 milioni di euro a favore di micro e piccole imprese per l’installazione di impianti fotovoltaici e mini eolici per l’autoconsumo di energia.