“Gli uffici della P.A, particolarmente esposti all’incidenza della corruzione per gli appalti e i finanziamenti pubblici, mostrano ancora scarsa sensibilità per l’antiriciclaggio malgrado siano sempre stati ricompresi nel novero dei soggetti obbligati alla segnalazione. Ciò ne accresce la vulnerabilità”. E’ quanto segnala il rapporto Uif di Banca d’Italia.

“La corruzione – spiega il rapporto – rappresenta una minaccia estremamente preoccupante per il nostro sistema economico-sociale; la diffusa percezione del fenomeno mina la fiducia del cittadino nelle istituzioni e nella politica. Le vicende più recenti pongono in luce come la corruzione sia divenuta anche il mezzo attraverso il quale forme sempre più evolute di criminalità organizzata si infiltrano nell’apparato pubblico, ne condizionano le scelte e così ampliano la penetrazione nel tessuto economico e sociale anche in contesti diversi da quelli tradizionali, con gravi danni per la collettività. È una criminalità che ha sempre meno bisogno di ricorrere all’intimidazione e alla violenza, perché mira a integrarsi nelle istituzioni, a minarle dall’interno”. Il rapporto segnala quindi la ”scarsa sensibilità” degli uffici Pa a segnalare fenomeni di corruzione e riciclaggio.

Il sistema delle imprese di micro e piccole dimensioni – afferma una nota CNA – soffre in maniera importante le logiche corruttive che governano il sistema degli appalti soprattutto in alcuni Comuni più piccoli. Quella che nel rapporto Bankitalia viene definita “scarsa sensibilità” delle PA a segnalare i fenomeni di corruzione non è più tollerabile.

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