Due provvedimenti in tempi rapidissimi: il primo per la sospensione dei pagamenti dovuti dalle imprese del turismo, il secondo con misure compensative, entrambi non circoscritti alle zone rosse, considerata la peculiarità del comparto. Sono le proposte che il ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ha annunciato al tavolo con le organizzazioni del settore e che presenterà in Consiglio dei Ministri.
Presente all’incontro, CNA ha condiviso il metodo e il percorso illustrati dal ministro per arginare gli effetti pesanti del coronavirus e superare questa fase. L’industria del turismo, infatti, sta già soffrendo una vera paralisi del mercato, con ricadute sull’intera economia italiana, considerato che il settore genera circa il 12 per cento del prodotto interno lordo, con un giro d’affari che sfiora i 170 miliardi.
CNA Turismo stima una perdita di fatturato fino al 60 per cento nella prima metà dell’anno in assenza di una inversione di tendenza. Per il primo trimestre la previsione indicava un giro d’affari di 26,1 miliardi, ma, a causa delle numerose disdette, il valore residuo è stimato a poco più di 10 miliardi di euro. Se la situazione non registrerà una evoluzione positiva, nel secondo trimestre la caduta del fatturato sarà ancora più pesante: da 30,5 miliardi inizialmente stimati a 12,2 miliardi.
Al tavolo ministeriale, CNA ha sollecitato la definizione di una azione di sistema e ha presentato alcune proposte per far ripartire velocemente l’intero comparto. Per Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, “è necessario che le parti sociali e le istituzioni cooperino, con senso di responsabilità, per un rapido ritorno alla normalità. In questo caso, parliamo di un settore chiave per l’economia dei nostri territori, dove si sta lavorando con grande impegno per migliorare e potenziare l’offerta”.
“Condividiamo pertanto la proposta di CNA nazionale per l’avvio di una campagna di comunicazione a livello internazionale che evidenzi la sicurezza e la qualità dell’offerta turistica italiana e per la definizione di un cronoprogramma per il riavvio delle attività, anche attraverso iniziative pubbliche, come la riapertura dei musei, al di fuori delle zone rosse, mettendo a punto specifici e coordinati protocolli di sicurezza”.