frecciaNel secondo trimestre 2016, per l’artigianato della Tuscia la serie negativa si era interrotta. Il comparto aveva registrato un saldo positivo, seppure di appena 12 unità. Nel terzo trimestre, secondo i dati diffusi da Movimprese, è tornato il segno meno: hanno aperto i battenti 71 imprese, ma ben 87 hanno cessato l’attività. Insomma, siamo a -16 realtà artigiane. Mentre il complesso delle imprese evidenzia 470 iscrizioni contro 377 cessazioni (+93), con un tasso di crescita pari allo 0,23 per cento a fronte di una media regionale dello 0,52 (il Lazio è la regione che, in termini assoluti, ha fatto meglio di tutte, con 2.881 imprese in più) e nazionale dello 0,27.

“Avevamo detto che i numeri del precedente trimestre non segnalavano una inversione di tendenza. E’ confermata la nostra analisi. Permangono serie criticità. L’artigianato ha un forte bisogno di sostegno all’innovazione”, afferma Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.

I movimenti più importanti riguardano l’edilizia, con 34 iscrizioni e 40 cessazioni, e i servizi alla persona, settore però, quest’ultimo, con il segno più: 9 aperture e 6 cancellazioni.