lavoro 3Da dicembre 2014 l’occupazione tra le piccole imprese italiane è aumentata del 5,4%

Segna il passo l’occupazione nelle piccole imprese a settembre. Ma è prematuro affermare che l’effetto Jobs Act sia esaurito. Rispetto ad agosto si registra un calo pari allo 0,2 per cento. In un anno, però, la crescita è stata del 2,8 per cento. E si arriva addirittura al +5,4 per cento in confronto a dicembre 2014, il mese precedente l’entrata in vigore delle nuove norme in materia di lavoro.

Lo rileva l’Osservatorio mercato del lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza mensilmente l’andamento dell’occupazione in un campione di 20.500 imprese artigiane, micro e piccole con 125mila dipendenti complessivi.

In un mese i posti di lavoro nelle micro e piccole imprese e l’artigianato sono diminuiti dello 0,2 per cento. Una variazione congiunturale legata anche alla stagione: settembre è il mese nel quale si esauriscono le esigenze straordinarie legate al periodo estivo. Nel 2015 si era verificato un incremento (ma appena dello 0,1 per cento) e nel 2015 una diminuzione dello 0,3 per cento. Ben più significativo il dato su base annua: +2,8 per cento rispetto a settembre 2015. Anche se ad agosto era stato del +3,1 per cento. Risultato? L’occupazione nelle piccole imprese è tornata ai livelli dello scorso maggio.

I dati dell’Osservatorio mercato del lavoro CNA di settembre confermano l’andamento dell’anno in corso. Rispetto a dodici mesi prima le assunzioni sono diminuite del 6,7 per cento. E’ solo il tempo indeterminato, però, a soffrire (-40,9 per cento) mentre migliorano i contratti a tempo determinato (+7 per cento) e gli apprendisti (+24,7 per cento). Nei primi nove mesi del 2016 le assunzioni sono calate del 7,4 per cento, spinte in giù dal forte calo del tempo indeterminato (-39,3 per cento) che non è stato colmato dall’incremento del tempo determinato (+5,6 per cento) e dagli apprendisti (+16,8 per cento). Numeri facilmente comprensibili: a determinare l’andamento divergente fra le assunzioni a tempo indeterminato e l’apprendistato è il forte ridimensionamento degli incentivi a favore del tempo indeterminato che ha premiato i contratti di apprendistato.

Il ricorso al tempo determinato, viceversa, presenta un trend omogeneo, sempre positivo: +8.6 per cento nei primi nove mesi del 2015, +5,6 per cento nei primi tre trimestri del 2016. Da segnalare, infine, che per la prima volta quest’anno, a settembre, aumentano le cessazioni dei rapporti di lavoro. Nel complesso registrano il +4,1 per cento, un dato trainato dalle cessazioni dei contratti a tempo determinato (+14,4 per cento) e dell’apprendistato (+10,8 per cento) solo attutita dalla riduzione nel tempo indeterminato (-2,5 per cento).