“Non si arresta l’emorragia del credito bancario al sistema produttivo. L’ultima rilevazione della Banca d’Italia, riferita a dicembre 2017, presenta il dato peggiore degli ultimi anni: 812 miliardi, contro i 994 di dicembre 2011, una diminuzione di oltre 180 miliardi di euro”. Se la CNA lancia l’allarme a livello nazionale, la situazione nella provincia di Viterbo è anche peggiore. “Questo fenomeno qui infatti, purtroppo, è ancora più accentuato”, sostiene Ferindo Palombella, segretario di Artigiancoop, la cooperativa di garanzia del sistema CNA.
Nella Tuscia viterbese “c’è uno stacco forte – spiega il segretario – tra le esigenze degli artigiani e l’attenzione delle banche, sempre più appartenenti ai grandi gruppi. Questo si traduce in una minore attenzione per l’imprenditore locale, perché la decisione finale sulla concessione del credito non si prende più a livello provinciale, ma altrove”. Il risultato è una forte penalizzazione. “Se prima le banche ritenevano opportuno indirizzare verso i consorzi fidi come il nostro – continua Palombella – spesso ora lo fanno più: deve essere l’imprenditore a presentarsi lì con la nostra garanzia già in tasca”.
Ecco i numeri a livello nazionale: “Preoccupa la dinamica del 2017 – spiega CNA – la peggiore di questi ultimi anni. Da gennaio a dicembre dello scorso anno – prosegue la nota – sono infatti dai radar delle imprese ben 57 miliardi. Lo stock di credito bancario al sistema produttivo era di 869 miliardi a gennaio 2017 e di 812 a dicembre, un calo pari al 6,5%. Il calo era stato del 2,1% nel 2016 e, rispettivamente, del 2% nel 2015 e del 3,5% nel 2014, anni ben più difficili rispetto a quello appena concluso”.
“Questa dinamica negativa – è la conclusione della CNA – fortunatamente non trova più giustificazioni: sono in diminuzione, infatti, i volumi di sofferenze, che tanto hanno pesato negli anni passati. Stupisce, soprattutto, questa netta controtendenza rispetto alla ripresa del Pil. Occorre operare per ripristinare le condizioni di fluidità nell’accesso al credito per l’economia reale, presupposto essenziale per garantire solidità ai dati positivi di questi ultimi mesi”.