Difficoltà nel reperimento delle materie prime e prezzi alle stelle, date di consegna che possono anche sfondare il muro dei due mesi, rischio di insostenibilità dei preventivi accettati dai clienti e di blocco del mercato: è la situazione che allarma le imprese del manifatturiero, determinata dei rincari delle materie prime, rilevati dall’Ufficio Studi della CNA, che ha registrato i ritocchi al rialzo in vari settori. Primo fra tutti quello dei metalli, ma anche il legno non scherza. E a livello territoriale c’è la conferma degli imprenditori Francesco Dini, Iacopo Leonardi e Salvatore Rocchetti, neo presidenti di Mestiere della CNA di Viterbo e Civitavecchia, rispettivamente di Meccanica, Serramenti e infissi, Legno e arredo.
L’indagine dell’Ufficio Studi della CNA (che arriva a due mesi da quella sulla fiammata dei prezzi nell’edilizia) si è focalizzata su un paniere di 28 materie prime e beni intermedi. Nei primi cinque mesi dell’anno, gli aumenti oscillano dall’11% delle ceramiche al 50,2% del ferro rispetto alla media del 2019. Il primato spetta ai metalli: i laminati sono saliti del 45%, l’acciaio inox +37,1%, il rame +31,4% e l’alluminio sfiora il 30%. Nel segmento del legname, si segnalano il rincaro dell’abete pari al 39,4%, pino +32,5%, noce +25,9%. Rialzo consistente anche per il polipropilene, che supera il 30%, il Pvc segna un +22,8%. I semilavorati per la meccanica mostrano un aumento medio dei prezzi del 25,5%, più contenuto nella componentistica elettronica, dove si attesta al 17,2%.
E poi c’è un allungamento dei tempi di consegna, in media di 25 giorni con punte nella componentistica elettronica (40 giorni in più), polipropilene e poliuretano (33 giorni), laminati e reti metalliche (31 giorni). Slittamenti più ridotti per coloranti e vernici (11 giorni), adesivi e sigillanti (17 giorni).
“E’ così – conferma Francesco Dini, presidente di CNA Meccanica -. Gli aumenti variano dal 40 al 50 per cento, su alcuni materiali sono anche superiori. Logicamente questo si ripercuote su diversi prodotti, come gli infissi in pvc ad esempio, che hanno una parte metallica all’interno. Quindi cresce anche il costo del prodotto finito. Per il momento con i vari bonus non si registra una contrazione degli ordini, ma alla lunga, se proseguirà questo trend, ci può stare un blocco improvviso del mercato”.
Iacopo Leonardi, presidente di CNA Serramenti e infissi, parla di “situazione drammatica. Certo, siamo felici che siano stati messi in campo per le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico i bonus fiscali, cui va riconosciuto il merito di aver incrementato la domanda. Il lavoro dunque c’è, ma i fornitori sono in forte difficoltà col reperimento delle materie prime. L’alluminio è diventato quasi introvabile e quello che si riesce a ottenere ha subito una lievitazione dei prezzi. Così anche i componenti elettrici”. Per non parlare delle date di consegna, “ormai imprevedibili: se prima erano massimo a 30-40 giorni, ora sono anche a 60-70. E molti clienti rinunciano se i tempi sono troppo lunghi. Le tende, ad esempio, per parlare della mia impresa, servono d’estate. Spiegare che non si può effettuare la consegna in una data certa , è un problema”.
Conferma dei rincari pure nel Legno e arredo da parte del presidente Salvatore Rocchetti: “L’aumento c’è, assolutamente, anche se non influisce in maniera esponenziale sul prezzo finale del prodotto. Purtroppo però i costi variano di giorno in giorno, quindi è impossibile fare dei preventivi che possano rimanere validi a lungo. Se prima si potevano fare anche a 60 giorni, ora a più di 15 non è possibile. E l’approvvigionamento dei materiali – conclude – è diventata una cosa quasi impossibile da programmare”.
L’onda dei rincari, che impatta soprattutto sulle piccole imprese, va fermata.